Dopo l'incidente stradale costato la vita a Camilla e Gaia, le due giovani travolte in corso Francia, a Roma, dall'auto guidata da Pietro Genovese, il funerale. Quindi le testimonianze. "Quelle due ragazze sono sbucate all’improvviso, correvano mano nella mano. Mi creda, era impossibile evitarle", ha detto Davide Acampora, seduto vicino al figlio del regista la sera della tragedia. "È vero, ogni tanto andava veloce con la macchina, ma non era un pazzo alla guida. E quello che è successo non si poteva evitare".
L'ultima parola spetterà alla magistratura. Intanto, però, la gente mormora. E parla. Come Cecilia, un'amica di Gaia. Che, intervistata da Repubblica, ha provato a spiegare quanto successo alle due coetanee. Autrici di un gesto tutt'altro che isolato. "L'ho fatto anche io. Prendi la rincorsa, scavalchi il guardrail e corri più veloce che puoi dall'altra parte". Il motivo? La ragazzina lo spiega così: "Forse perché abbiamo 16 anni? Per fare più in fretta a raggiungere i tuoi amici, per non fare tardi sulla via del ritorno a casa. O forse e lo so che è stupido, perché è divertente". Il gusto della sfida, insomma. Di non avere paura.
"Pensi sempre che se guardi bene a destra e a sinistra, e corri forte, dall'altra parte ci arriverai". Cecilia, pur nella sua sfrontatezza, riconosce che il gesto di attraversare la strada tra le macchine che sfrecciano anche a 80 km/h "è una leggerezza, un azzardo. Finora nessuno dei miei amici aveva avuto un incidente". Fino alla serata del 22 dicembre, quando due di loro hanno avuto la peggio. Finendo sotto le ruote dell'auto condotta da Pietro Genovese. È tutta colpa del figlio del regista, risultato non negativo ai test anti-droga e del palloncino? Non per Cecilia. "Una catena di disgrazie. Che ha coinvolto tre famiglie. Anche quella di Pietro. È vero, andava veloce. Ma pioveva a dirotto e nessuno su Corso Francia rispetta i limiti di velocità. Noi che abitiamo in questo quartiere lo sappiamo". Eppure, nulla è stato fatto per prevenire quel tragico incidente. Che ha scosso le coscienze di tutti.
"Non si può morire così. Quando quella mattina mia madre mi ha svegliato, dicendomi che Gaia era morta travolta da un'auto su corso Francia, ho capito subito dove era avvenuto l'incidente. Ho tremato. Sarebbe potuto accadere a me. Vorrei che nessuno togliesse più i fiori e gli striscioni da quel guardarail", spiega Cecilia. Conscia che il dramma la accompagnerà per sempre. "Con Gaia ho passato anni e anni in classe, nel banco accanto. Continuavamo a uscire insieme.
Non è giusto morire a 16 anni, con tutto il futuro davanti. Camilla e Gaia non ci sono più e Pietro avrà il rimorso per sempre. Quella notte sono state distrutte tre vite". E si è spezzato il cuore di altrettante famiglie. E degli amici di chi è volato in cielo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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