Arrestato il "re" della truffa dello specchietto rotto: così incastrava le sue vittime

Decine di persone sono state truffate ta l'Ostiense e la Garbatella. Il 35enne minacciava i malcapitati spacciandosi come affiliato di un clan o padre di un pugile professionista

Arrestato il "re" della truffa dello specchietto rotto: così incastrava le sue vittime

Era in regime di sorveglianza speciale. Eppure Maurizio Bevilacqua, 35 anni, non aveva perso quel "vizietto" di estorcere soldi ai malcapitati con la "truffa dello specchietto", cavallo di battaglia di un fitto repertorio criminale. Gli agenti del commissariato Colombo lo hanno stanato grazie alla denunce sporte dalle decine di vittime finite nella sua rete. Il truffaldino, legato a doppio filo con la famiglia Casamonica, è stato intercettato presso una casa popolare della Garbatella e condotto in carcere.

La truffa dello specchietto

Una truffa "vecchia come il cucco" ma che ha fruttato al 35enne romano fior fior di soldi, centinaia di euro per la precisione. Il modus operandi era, più o meno, sempre lo stesso: Bevilacqua simulava di essere colpito, a bordo di un'auto o in sella ad una moto. Poi chiedeva al malcapitato di turno un lauto risarcimento - in contanti, naturalmente - per il presunto danneggiamento al veicolo. E se la vittima rifiutava di tirare fuori i soldi dal portafogli partivano le minacce: "Tu non sai chi sono io. Tu non sai chi ho alle spalle", diceva millantando di essere affiliato con un "clan importante" della Capitale. L'alternativa era quella di spacciarsi per "il padre di un pugile campione del mondo" lasciando intendere ai poveretti, senza andare troppo per il sottile, che gliele avrebbe suonato di santa ragione.

Il curriculum criminale

Per certo nella sua comprovata carriera criminale Bevilacqua non si è fatto mancare nulla. Nonostante le vittime del raggiro lo abbiano descritto come "uno con gli occhi da pesce lesso", in realtà, il 35enne era già noto alle Forze dell'Ordine per rapine e scambi di persona. Anzi. A dirla tutta, non avrebbe potuto girare a piede libero per Roma dal momento che, come ben precisa Il Messaggero, si trovava già in regime di sorveglianza speciale da qualche mese. Gli agenti del commissariato Colombo sono riusciti a stanarlo qualche settimana, quando ha provato a mettere a segno l'ennesima truffa dello specchietto.

L'uomo è stato poi rintracciato presso la sua abitazione, alla Garbatella, dove vive con la moglie. I poliziotti sono riusciti ad arrestarlo dando seguito a un provvedimento di carcerazione per numerose condanne mai scontate. Un cumulo di pene per quattro anni, cinque mesi e 11 giorni di reclusione.

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