Carabiniere ucciso, il collega Varriale finisce sotto inchiesta

Dalla mancata consegna alla strana organizzazione dell'operazione: ora la procura militare vuole fare chiarezza su diversi aspetti della vicenda

Carabiniere ucciso, il collega Varriale finisce sotto inchiesta

La procura militare ha aperto un fascicolo e sta accertando eventuali profili di responsabilità di Andrea Varriale, il collega del carabiniere Mario Cerciello Rega ucciso nella notte tra il 25 e il 26 luglio. Dai racconti dell'uomo sono infatti state rilevate diverse contraddizioni che sono ora al vaglio.

Piano piano stanno emergendo nuovi elementi che contribuiscono a rendere più chiaro quanto avvenuto. Una chat su WhatsApp ha permesso di capire come Varriale e Mario Cerciello Rega siano arrivati all'appuntamento. I due carabinieri sapevano che Sergio Brugiatelli non era una vittima di scippo, come riporta Il Messaggero.

Poi però ci sono le bugie di Varriale che, nel primo verbale, sostiene di avere avuto l'arma, per poi cambiare versione davanti ai pm e ammettere di non averla. "Un pubblico ufficiale, principale testimone dell'omicidio, ha mentito a verbale e risulta inattendibile", ha commentato uno dei legali di Finnegan Lee Elder.

La procura militare vuole ora fare chiarezza su numerosi aspetti della

vicenda. Dalla mancata consegna, per avere lasciato la pistola d'ordinanza in caserma, alla strana organizzazione dell'operazione: i due carabinieri erano soli, non c'era alcun collega a supportarli in zona.

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