Ultime ore di campagna elettorale prima del ballottaggio di domenica per eleggere i sindaci. Roma e Torino sono le due grandi città che ancora devono nominare il loro sindaco e nella Capitale si sono ritrovati tutti gli alleati del centrodestra. Per sostenere il candidato Enrico Michetti, al tempio di Adriano in piazza di Pietra si sono presentati Antonio Tajani, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Lorenzo Cesa, Maurizio Lupi e Vittorio Sgarbi. Al termine della conferenza, durata poco più di un'ora, i leader della coalizione hanno firmato simbolicamente il patto per Roma.
Meloni: "Campagna elettorale indegna"
"Credo che sia molto importante questo incontro, c'è il centrodestra unito a questo tavolo. Si dimostra ancora una volta la compattezza centrodestra, anche nei ballottaggi, qui a Roma", ha esordito Giorgia Meloni. "È stata una campagna elettorale indegna, fatta con metodi incredibili. Siamo stati interrogati per giorni e settimane su problemi che non avevano nulla che fare con coi cittadini", ha proseguito Giorgia Meloni facendo riferimento a quanto accaduto nelle ultime settimane, tra gli scontri avvenuti a Roma e le inchieste giornalistiche. "Se fossimo davvero così mostruosi sarebbe necessario utilizzare questi metodi? Io penso di no", ha sottolineato la leader di Fratelli d'Italia.
Giorgia Meloni ha voluto sottolineare che, anche nel centrodestra, avrebbero "potuto parlare a lungo di quando Gualtieri andava a perorare la causa di Battisti con il presidente Lula, dei candidati dei centri sociali che lo sostengono, dei tanti scandali che stanno investendo la sinistra, l'ultimo a Salerno: ma abbiamo deciso di non farlo". Il piano del centrodestra per Roma è chiaro: "Oggi siamo qui per siglare un patto per la Capitale, della coalizione. Il tema di questo patto è il ruolo della Capitale d'Italia, i poteri, le risorse, le competenze, il peso. Roma ha bisogno di attenzione particolare, Roma non è una città che si può governare con le stesse risorse e con gli stessi poteri degli altri comuni. Una battaglia che abbiamo fatto sempre e solo noi".
Salvini: "Ho chiesto un incontro a Mario Draghi"
Sulla stessa linea anche Matteo Salvini: "L'unica arma sono il sorriso e i nervi saldi. Io sono assolutamente fiducioso, visto il nervosismo altrui, per la vittoria in Campidoglio: quando ti limiti ad insultare l'avversario senza uno straccio di proposta qualche problema lo hai. Con Enrico, Simonetta Matone, Vittorio Sgarbi, abbiamo una squadra assolutamente sperimentata, onesta ed esperta. Bertolaso è una garanzia".
Il leader della Lega ha poi ampliato il discorso a una visione nazionale: "Io sono preoccupato, ho chiesto un incontro a Draghi perché avanti così questo Paese non va lontano. Il combinato disposto del problema del Green pass obbligatorio a lavoro da venerdì, che mette in mezzo a una strada 18mila poliziotti, e l'appuntamento del G20. Chi governa l'ordine pubblico in questo Paese non è riuscito a fermare 5 imbecilli che non hanno idea politica, sono criminali. E noi tra 15 giorni ospitiamo i grandi del mondo".
Quindi, Salvini ha aggiunto: "Sono sereno e determinato, il tempo è galantuomo. Quello che mi preoccupa in Italia è chi alimenta lo scontro tra fascismo e comunismo". Il leader della Lega crede nel successo: "Sono fiducioso sulla vittoria possibile in Campidoglio. Se insulti vuol dire che sei preoccupato". Quindi ha rilanciato la figura di Bertolaso come commissario straordinario di Roma: "Lui è una garanzia, lo abbiamo visto all'opera a Milano, anche sui rifiuti potrà dare una mano".
Il leader della Lega ha nuovamente puntato il dito contro quanto accaduto con Luca Morisi: "Mi vergogno per l'infimo livello al quale una categoria, alla quale appartengo, i giornalisti, è arrivata. 15 giorni a studiare e guardare nelle camera da letto, e poi niente. 15 giorni a studiare gli archivi. E poi chiederò a Draghi di guidare un percorso di pacificazione nazionale. Sono molto preoccupato che qualcuno porti in Italia solo un'idea di passato, tirando fuori gli scheletri dall'armadio. Di alcuni ministri non ho stima e fiducia, per questo ne parlerò con il manager, con il presidente".
Tajani: "Più poteri per Roma"
Deciso anche l'intervento di Antonio Tajani in merito ai problemi di Roma, che devono essere risolti con il prossimo sindaco: "Il problema dei rifiuti è anche una questione di opportunità, in altri posti è un business energetico, a Roma sono paladini dell'ambiente ma non esiste la differenziata". Un grosso problema, quello legato ai rifiuti, che porta in città anche gli animali selvatici, cinghiali in primis.
"Chiediamo più poteri per Roma, per risolvere i grandi problemi che non sono mai stati risolti nella Capitale", ha proseguito il coordinatore di Forza Italia. Tajani ha aggiunto: "Roma ha una situazione economica devastante, bisogna iniziare anche ad affrontare questo problema in un confronto con il governo. Abbiamo perso le Olimpiadi a Roma, potevano essere una grande opportunità. Ci lamentiamo che a Roma non rimangono mai i turisti, evidentemente qualche cosa manca. La cultura attira turisti, il divertimento attira i turisti".
Quindi, Antonio Tajani guarda ai prossimi anni: "Noi abbiamo una visione di Roma per il futuro, per questo chiediamo più poteri per la Capitale. Questo patto per Roma serve a dire: da martedì si cambia, da martedì c'è una visione, c'è una strategia per questa città. Qui non si tratta di scegliere tra fascismo e antifascismo, qui si tratta di scegliere il sindaco di Roma".
A margine della conferenza, Antonio Tajani è tornato sulla manifestazione di Roma del 16 ottobre: "Il centrodestra è pronto a presentare una mozione che condanni tutte le violenze che sono state commesse a Roma da parte degli estremisti di Forza Nuova ma chiediamo la stessa condanna e la stessa azione nei confronti degli anarco-insurrezionalisti denunciati a Milano. A Torino si sono dimostrati tra i più violenti. Serve condannare la violenza, non strumentalizzarla per fini elettorali. Non ci possono essere due pesi e due misure, i delinquenti sono delinquenti".
Maurizio Lupi: "Manifestare dopo il voto"
"La nostra proposta politica è che non ci siano più cittadini di serie A e di serie B a seconda se abiti in periferia o in centro e di una grande capitale che capisca che principale risorsa che ha è il cittadino, la persona. Il patto per Roma che sigliamo è quello che vorremmo per la città e che siamo convinti che Michetti potrà fare", ha detto il leader di Noi con l'Italia
Maurizio Lupi ha rimarcato lo sbaglio di una manifestazione a 24 ore dal voto del ballottaggio di Roma: "Un errore una grande manifestazione sabato a Roma, nel giorno del silenzio elettorale. Non perché non sia giusta una grande manifestazione di unità nazionale contro qualsiasi violenza, ma perché si può prestare a qualsiasi strumentalizzazione". Il centro del dibattito, invece, ora dovrebbe essere Roma: "La Capitale dovrebbe confrontarsi sui contenuti, sulla scelta del miglior sindaco. Siamo qui per dimostrare che Roma può avere un futuro migliore"
Cesa: "Allucinante definire Michetti fascista"
Lorenzo Cesa è entrato a gamba tesa contro quelli che in queste ore accusano il candidato di essere vicino agli ambienti dell'estrema destra: "Come si permettono di dire a Michetti che è fascista? Mi fanno veramente incazzare, siccome lo conosco da ragazzino, lo conosco che viene dalla parrocchia 'sto ragazzo. Lo definiscono fascista, la Gruber s'è permessa di andare in televisione a dire che è fascista. È una roba allucinante. E tutta la campagna elettorale è stata impostata su questi argomenti e non sui temi di Roma". Il leader dell'Udc ha parlato di campagna elettorale "indegna", dal momento che "soprattutto nell’ultima settimana si è portato avanti unicamente uno scontro sterile tra fascisti e antifascisti capitanato dall’armata della sinistra che, specie nel Lazio, mantiene centri di potere enormi". "Questa contrapposizione superflua ha prodotto una paralisi politica, provocando l’assenza di un pensiero ragionato sui temi, come avrebbe detto Pasolini", ha aggiunto, "Voglio ringraziare Michetti per come ha condotto la sua campagna elettorale che è stata all’insegna della sobrietà dei contenuti. Enrico ha già scelto come commissario straordinario di Roma una persona eccezionale come Guido Bertolaso. Bisogna ripartire dai temi e dalle competenze. Mi auguro che i romani reagiscano a questa politica sterile che è stata portata avanti in questa campagna elettorale. Diffondiamo il messaggio del centrodestra nelle periferie della città”.
Sgarbi: "Il fascismo è sparito, il comunismo c'è"
Duro l'intervento anche di Vittorio Sgarbi: "La sceneggiata di sabato è inaccettabile, è contro la par condicio. Gli elettori di centrodestra voteranno con la voglia di dire 'noi ci siamo'. Il fascismo è sparito 70 anni fa, il comunismo c'è, a Cuba, in Corea del Nord, e in Cina". Riferito alla sinistra, poi, ha aggiunto: "Loro sono il nulla". Incentrando il suo intervento sulla cultura, Vittorio Sgarbi ha proposto un nome suggestivo per la squadra: "Ho suggerito di chiedere a Figliuolo di partecipare alla rinascita di Roma". Il commissario straordinario di Mario Draghi si aggiungerebbe "a quelli di Michetti, Matone, Bertolaso e... Sgarbi".
Nel suo discorso, Vittorio Sgarbi è tornato sulla manifestazione del 16 ottobre: "Non c'è una necessità di manifestare l'antifascismo. La sceneggiata di sabato è contro la legge, perché la par condicio è chiara. La facciano, la faranno contro le regole dello Stato, contro lo Stato. È inaccettabile che la facciano ma se tu la proibissi farebbero le vittime".
Michetti: "Responsabilità di governare, non di vincere"
L'ultimo intervento della conferenza è stato lasciato al candidato sindaco Enrico Michetti: "Chi fa politica deve sapere che ha la responsabilità di governare, non di vincere. E per governare la prima cosa che si deve evitare è il clima di odio. Si può vincere una elezione, ma non si governa con l'odio. Io non vorrei mai vincere con l'odio. Io voglio vincere con la pace mettendo al centro Roma. Non so se ci riusciremo, io non vengo dal Palazzo, io prendo ordini solo dai cittadini di Roma". Il candidato è tornato sulla campagna elettorale aggressiva che si sta concludendo: "Nonostante gli attacchi ho sempre porto l'altra guancia, da cristiano cattolico".
Ha quindi citato Alcide De Gasperi alla conferenza di Parigi: "So che tutto è contro di me tranne la vostra personale cortesia". Il commento di Michetti è stato chiaro: "Quell'uomo ricostruì il Paese, creò il boom economico". Il candidato ha quindi aggiunto: "Io credo che in questa campagna elettorale tutto era contro di noi, tranne la coalizione unita, un dato valorale certo e forte. Questo non lo distruggeranno mai".
Ha poi proseguito: "Era già stato preparato uno spartito, ho fatto una campagna elettorale in cento giorni, ho 86 attacchi, quasi un attacco al giorno, finiti poi la sera stessa, non c'era nulla. Giorgia ha candidato una persona moderata, mi rendo conto che questo ha sconcertato. Amiamo le istituzioni, le rispettiamo, amiamo Roma, tutto quello che è rispetto per il cittadini, amiamo le regole, amiamo la Patria".
Enrico Michetti ha elogiato la squadra che sarà al suo fianco in caso di vittoria: "Abbiamo creato una squadra di eccellenze, sin dall'inizio con Simonetta Matone e Vittorio Sgarbi. Ora si è aggiunto Bertolaso, A Roma si è data una prospettiva, una prospettiva di persone per bene".
Il patto per Roma
L'incipit del patto per Roma è descrittivo dei suoi intenti: "Roma non è una città come le altre: è la Capitale della Repubblica Italiana, della cristianità, del Mediterraneo e della cultura mondiale. E' il Comune più popoloso e più esteso d'Italia, con la maggiore concentrazione di beni storici al mondo, ospita lo Stato della Città del Vaticano e numerose organizzazioni internazionali e uffici diplomatici internazionali.
Al pari delle altre grandi città europee e mondiali, Roma deve essere dotata di poteri all'altezza del suo ruolo e merita il riconoscimento da parte di tutta la Nazione per le funzioni che svolge e il peso che sostiene nel farlo".Le forze politiche che l'hanno sottoscritto si impegnano:
- ad approvare in tempi rapidi la riforma della governance di Roma, riconoscendo alla Capitale più autonomia di poteri e funzioni, l'attribuzione degli strumenti necessari per un governo efficace ed efficiente della città, maggiori risorse economiche, con uno stanziamento minimo di almeno 500 milioni di euro l'anno per i prossimi cinque anni;
- a definire una volta per tutte l'assetto dei Municipi e attuare un decentramento delle funzioni amministrative, responsabilizzando gli amministratori locali anche nella stesura del bilancio;
- ad affidare al Sindaco di Roma poteri commissariali speciali sul modello "Genova" per affrontare le gravi carenze infrastrutturali della città e portare a compimento opere rimaste ferme per troppi anni;
- ad affidare al Sindaco di Roma maggiori poteri su settori strategici, come ad esempio la sicurezza, il decoro urbano, i trasporti e la viabilità, gestione del patrimonio culturale e il governo del territorio, l'ambiente;
- a sostenere l'approvazione di una legge statale che dia alla città gli strumenti amministrativi e finanziari indispensabili per organizzare il Giubileo del 2025.
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