Condanna a 18 anni di carcere per Vincenzo Di Benedetto per l’omicidio del commercialista Costantino Bianchi. L’aggressione avvenne a marzo dello scorso anno all’interno del bar gestito dallo stesso Di Benedetto. Il tribunale di Roma ha inflitto al 26enne una pena più pesante della richiesta avanzata dalla procura che era stata di 14 anni di carcere.
Un omicidio nato da una lite per questioni di soldi
Il corpo di Costantino Bianchi fu ritrovato in una pozza di sangue, all’interno del bagno del bar di Centocelle gestito da Vincenzo Di Benedetto. Le indagini della polizia si sono immediatamente concentrate sul barista 26enne. Il 50enne professionista fu colpito alla testa più volte con un mattarello e con una bottiglia. Poi ancora soffocato con una corda. L’aggressione, considerata particolarmente violenta dalle indagini effettuate, sembra sia nata da un litigio per ragioni economiche tra il barista e il commercialista. Il titolare dell’esercizio commerciale ha poi letteralmente perso la testa e picchiato in modo selvaggio il professionista 50enne, fino a provocarne la morte. La difesa di Di Benedetto ha provato, durante le udienze del processo, a spiegare che il barista si sarebbe difeso in quanto aggredito per primo dal 50enne. Ma i giudici hanno sposato la tesi dell’accusa, in quanto la forza con cui Bianchi è stato massacrato e ucciso è stata tale che viene considerata difficile l’ipotesi che Di Benedetto possa essere stato aggredito.
Condanna più alta della richiesta del pm
Il tribunale di Roma ha oggi condannato Di Benedetto a 18 anni di carcere, con rito abbreviato, per l’omicidio di Costantino Bianchi.
La procura di Roma aveva chiesto 14 anni di reclusione. Il fratello della vittima, Massimiliano Bianchi, ha commentato così fuori dall’aula di piazzale Clodio: “Oggi Di Benedetto va chiamato con il suo nome, per quello che è un assassino”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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