"Desirée poteva essere salvata". Le amiche l'hanno lasciata moribonda

Tutti hanno visto la 16enne stare male, ma nessuno ha chiamato i soccorsi. Ora gli inquirenti indagano sulle amiche

"Desirée poteva essere salvata". Le amiche l'hanno lasciata moribonda

L'omicidio di Desirée Mariottini sta acquisendo dettagli sempre più agghiaccianti (e vergognosi), ora dopo ora. Dopo la "coda" per abusare del suo corpo senza forze e dopo quelle belve che minacciavano chiunque volesse soltanto provare ad avvertire i soccorsi, ora spuntano altre testimonianze. Almeno 10 persone l'hanno vista morire. L'hanno vista, toccata, spogliata e rivestita e infine spostata perché "meglio lei morta che noi in cella". Ma nessuno ha fatto nulla per salvarla. Nemmeno le sue "amiche". Se amiche possono essere definite.

Quel maledetto 19 ottobre, infatti, nel rudere c'erano anche alcune ragazze, Antonella, Muriel, Narcisa, Giovanna, Noemi, Alexander e Nasco. Ognuna di loro dà una sua versione dei fatti. Ma tutte concordano su un particolare: Desirée è stata lasciata morire. Poteva essere salvata.

La testimonianza di Muriel

"Si presentò come Desy ed era alla ricerca di qualunque sostanza che potesse attenuare la sua astinenza - racconta la 34enne congolese agli inquirenti -. Mi disse che sarebbe diventata maggiorenne la settimana dopo. Una volta mi chiese di iniettarle eroina, ma io risposi in maniera negativa. Era sprovvista di denaro e si approcciava in maniera troppo insistente e confidenziale con qualsiasi persona che avrebbe potuto offrirle droga. L'ho rivista una seconda volta in compagnia di una ragazza di colore che conosco con il nome di Antonella. Entrambe assumevano crack attraverso un inalatore artigianale. Le ho redarguite entrambe, ma loro hanno continuato senza curarsene".

Si arriva poi al giorno della tragedia: "Giovedì alle 19.50 ero lì per comprare cocaina e un tunisino di circa 40 anni, Hytem, mi invitava a seguirlo all'interno di un container dove vi era una ragazza sdraiata priva di conoscenza. L'ho rivestita, anche se le scarpe non le ho trovate. La ragazza, seppur con affanno, respirava ma era in stato del tutto incosciente. Ma non mi sono resa conto che fosse in pericolo di vita, avendo visto altre persone appena fatte che poi si riprendono in pochi istanti. Alle 3 di notte Youssef (Yusif Saila, uno dei quattro assassini fermato a Foggia, ndr) mi disse che era morta".

La testimonianza di Giovanna

Giovanna ha 32 anni e incrocia Desirée più o meno il 10 ottobre. "Mi disse che avrebbe compiuto presto i 18 anni - dice -. La sua mi sembrò una presenza strana e inopportuna, in quanto oltre ad essere minorenne era fuori da quel contesto, depressa e sempre alla ricerca di una dose. Più volte ho cercato di dissuaderla, non tanto dal non drogarsi, quanto dal frequentare quello stabile perché frequentato da tossici e spacciatori pericolosi".

Giovanna fa rivelazioni choc e spiega che "Ibrahim (Brian Minthe, ndr) più volte mi ha chiesto di avere dei rapporti con lui, ma non ho mai accettato. Non escludo che possano avere avuto dei rapporti con lei anche post morte". Drogata, stuprata, uccisa e forse anche rapporti mentre era senza vita. Un orrore.

La 32enne, poi, punta il dito contro Muriel che ora rischia accuse pesanti avere aiutato il branco a spostare il corpo nudo della 16enne. La congolese avrebbe urlato contro Desirée quando stava per morire: "All'1,30 sono tornata e ho trovato Muriel che inveiva contro Desirée gridando: 'Sta troia di merda è andata a fare i pompini per un tiro, per poi salutarmi come se nulla fosse'. Su un materasso c'era Desirée esanime, tanto da indurmi a verificare il battito del cuore prima sul petto e poi sul collo e sul polso e a tentare di farle un accenno di massaggio cardiaco. Ma mi sembrò subito evidente che ormai fosse troppo tardi. Dal suo aspetto capii che era in quelle condizioni da molte ore e gridai di chiamare subito un’ambulanza".

Nello stabile sporco Giovanna entra con l'amica e coinquilina Noemi. Amica che poi rimane lì.

La testimonianza di Noemi

Noemi ha 26anni e dice che va nello stabile per portare cibo e abiti puliti: "Ho notato Desirée intorno alle 12 di giovedì perché non l’avevo mai vista prima. Venni attirata dalla sua giovane età e le chiesi che cosa stesse facendo. Mi rispose che cercava eroina ma che non aveva denaro per pagarla. A questo punto, notando lo stato di astinenza e temendo per la sua incolumità, mi offrii di accompagnarla presso un Sert e le consigliai di andarsene da quel posto, non certo adeguato a una ragazza sola".

Noemi rivela, quindi, di aver saputo che Desirée era morta dalla coinquilina Giovanna: "Mi svegliò bruscamente intorno alle 5 del mattino e disse che era da poco morta una ragazza giovanissima in via dei Lucani. Il mio pensiero andò subito a Desirée".

I testimoni, poi, parlano anche di altre due persone che hanno visto, ma che non hanno fatto nulla: "Samir, che ho saputo che avrebbe avuto rapporti con Desirée", e Koffy.

La testimonianza di Nasko e di Alexander

Di Koffy si ricorda Nasko. Stando a quanto riporta IlMessaggero, Nasko racconta che, mentre Desirée veniva violentata dentro il container, lui stava fuori a fare il palo. "Mi ha detto di non entrare, usciva Yusif e vedevo che dentro c' era un altro sdraiato, dice. "Yusif l'ha portata dentro un container - continua invece Alexander - l'ho visto fare sesso con lei, c'era anche Paco (è il soprannome di Mamadou, ndr) mi sono addormentato. Verso le 18 c'erano Yusif, Sisco (Alinno, ndr), Ibrahim, Antonella e Muriel... la sentivo chiedere perché Desirée fosse nuda, l'ha rivestita... Desirée era incosciente, come molto ubriaca... aiutavo Yusif, Ibrahim e Muriel a portarla fuori dal container, esortavo tutti a chiamare l'ambulanza, ma Yusif mi bloccava dicendo che stava bene, non insistevo per perché avevo paura che mi picchiasse".

Sono le 3. Desiré muore. Dopo il decesso della 16enne di Cisterna di Latina, "Ibrahim, Sisco, Muriel, Giovanna e io, ci allontanavamo temendo che la polizia ci ritenesse tutti responsabili", conclude Alexander.

Da quello che hanno raccolto gli inquirenti, quindi, sembra Desirée Mariottini avesse iniziato a frequentare lo stabile abbandonato in via dei Lucani, nel

quartiere di San Lorenzo, da un mese. Da due settimane, invece, andava lì tutti i giorni, alla disperata ricerca di droghe. E proprio qui avrebbe trovato la morte. Davanti gli occhi di almeno 10 persone...

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