Sono state riaperte le indagini sulla morte di Domitilla Gianni, la 25enne madre del piccolo Thomas, morta dopo due anni e mezzo passati in stato neurovegetativo in seguito a un incidente stradale. Adesso gli inquirenti, secondo quanto riferito da Leggo, starebbero battendo la pista della vendetta. A essere ascoltato nuovamente dagli investigatori è il supertestimone che quella tragica notte del 18 agosto 2018 allertò i soccorsi. A riaprire il caso, ormai archiviato come incidente stradale, anche alcuni avvenimenti violenti avvenuti poco tempo prima. Insomma, la morte della ragazza è ancora avvolta nel mistero, così come quanto realmente accaduto quella sera di mezza estate.
Domitilla è morta dopo due anni e mezzo
A essere risentito lo stesso testimone oculare che allora chiamò la polizia stradale e i soccorsi dopo aver visto una vettura sbandare e finire sulla barriera New Jersey del Grande raccordo anulare di Roma. Domitilla è morta una settimana dopo che l’uomo è stato ascoltato dagli investigatori del reparto Rips di Settebagni. Ben due anni e mezzo dopo l’incidente che l’ha portata a uno stato neurovegetativo e che le è poi costato la vita.
Ai tempi della disgrazia, il 32enne residente a Ciampino, nonostante le molte macchine che stavano transitando in quel momento sul Gra, fu l’unico a fermarsi e a chiamare gli aiuti per soccorrere le 25enne Domitilla Gianni, giovane di buona famiglia che frequentava però il quartiere San Basilio, conosciuto alle cronache come luogo tra i più pericolosi della Capitale per spaccio e atti criminali. La donna, secondo quanto emerso, aveva una storia sentimentale con un pusher, e precedentemente ne aveva avuta un’altra con un secondo malavitoso. Il suo fare da brava ragazza della Roma bene sembra fosse visto con sospetto e una certa diffidenza dai capi del quartiere dello spaccio romano.
Forse uccisa per vendetta
Poco prima del tragico incidente stradale pare che la giovane avesse subito alcune intimidazioni. In piazza Urbania, dietro al quartiere dello spaccio, la sua vettura era stata speronata e data alle fiamme da alcuni sconosciuti.
Gli investigatori non sembrano credere alle coincidenze e adesso starebbero cercando un nesso tra gli avvertimenti subiti da Domitilla e il successivo incidente che l’ha uccisa. Non si esclude anche la morte per vendetta. I familiari della vittima preferiscono almeno per il momento non rilasciare dichiarazioni, così come il loro legale che ha deciso di non parlare.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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