Non toccate quei pini. A difesa degli alberi secolari della Capitale, “rei” d’esser stati piantumati nel Ventennio e quindi a rischio abbattimento da parte del Comune di Roma, si è schierata anche una delle nipoti del duce: Rachele Mussolini, che oggi siede tra i banchi dell’opposizione in Aula Giulio Cesare ed è capogruppo della lista meloniana Con Giorgia. L’idea è quella di sgombrare il campo della botanica dalla politica con una mozione sulla salvaguardia del verde pubblico e, in particolare, dei 50mila pini finiti nel mirino di Virginia Raggi e della sua giunta.
“L’età dell’albero da sola non determina né la caduta, né la necessità di abbattimento – si legge nel documento che è stato sottoscritto anche dai consiglieri di Fratelli d’Italia – perché sono molti i fattori che eventualmente influiscono sulla stabilità” dei fusti. E quindi la causa dei crolli che hanno falcidiato il patrimonio arboreo città, a parere della Mussolini, sarebbe piuttosto da ricercare nelle “pratiche vivaistiche errate e nella manutenzione approssimativa”. Non certo, come ebbe a sostenere la Raggi dal suo profilo Facebook, nel fatto che i pini “sono stati piantati durante il regime fascista e ora sono giunti al termine della loro esistenza”.
Quindi che fare? Se la Raggi ha invocato un "piano straordinario" di abbattimento e l’aiuto del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che dovrebbe sborsare le risorse necessarie (circa 100 milioni di euro) ad attuarlo, la Mussolini punta a trovare una strada alternativa.
Nella mozione, infatti, si chiede all’amministrazione di avviare “una fase di alto profilo, con strutture e istituzioni universitarie, per lo studio e la soluzione delle problematiche con particolare riferimento alla specie Pinus pinea”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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