Non dice quanti figli hanno perché c’è la privacy e non deve rendere conto a nessuno. Parla il compagno della donna romana di 50 anni che avrebbe inventato 17 gravidanze, incassando dall’Inps una cifra superiore ai 100 mila euro e non lavorando dal 2000.
Come riporta Il Messaggero, l’uomo sarebbe il suo complice e i carabinieri tutela del lavoro gli avrebbero notificato l’obbligo di firma in caserma per tre volte alla settimana. Anche la compagna è stata colpita dalla stessa misura cautelare. Secondo il sostituto procuratore, quest’ultima avrebbe inventato 17 gravidanze, dodici aborti naturali e 5 figli per intascare gli assegni di maternità e non andare a lavorare. I reati contestati sono quelli di falso e truffa. L'importo intascato dalla donna sarebbe di 111 mila euro.
L’uomo spiega al quotidiano romano che non può rivelare nulla perché non è il diretto interessato. Inoltre, aggiunge che non è colpevole fino al terzo grado di giudizio e che nessuno può sapere se lui e la sua compagna hanno avuto realmente dei figli. L’uomo, quindi, non si sbilancia e non dice neppure se i bimbi sono stati concepiti in provetta, pur sottolineando che ci sono persone che li hanno avuti in questo modo. In sostanza, ribadisce lui e la sua compagna diranno la verità solo in tribunale di fronte ai magistrati.
Secondo le indagini, dal 2000 la signora non lavorava più nell’ufficio dove era stata assunta. Sembra che sulle sue gravidanze ci fosse spesso il pericolo dell’aborto, una condizione che la costringeva a stare a riposo fin dai primi mesi. La donna era quindi obbligata a stare a casa ma in realtà l’unico impegno che rispettava era quello di riscuotere l’assegno mensile di maternità. Come detto, per moltissimi anni ha imbrogliato tutti ma poco tempo fa è stata scoperta dai carabinieri tutela del lavoro, che hanno smascherato la truffa. Inoltre, sembra che la donna sia stata incastrata da alcune foto che la ritraggono al supermercato senza la pancia, quando invece avrebbe dovuto trovarsi nella sua abitazione a riposare.
Il raggiro è stato pianificato nei minimi particolari dalla signora.
Gli investigatori l’hanno però identificata attraverso un lavoro di pedinamento. Ora la giustizia dovrà stabilire se la cinquantenne sia stata l’unica ad aver ideato ed eseguito il suo piano e se ci siano state responsabilità da parte della burocrazia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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