Il progetto c’è ma gli impianti ancora no, e così Roma deve spedire i rifiuti in altre regioni, precisamente in Abruzzo, a un costo non proprio basso. Roma ancora aspetta due biodigestori, quattro strutture per trattare la carta e la plastica, le nuove dieci isole ecologiche e l'aiuto che potrà dare Acea con i fondi del Pnrr. Intanto, per evitare che la Città Eterna venga sommersa dall’immondizia, l’unica soluzione adottabile è quella di esportare in altre regioni la spazzatura della Capitale, come l’Abruzzo.
Quanto costa trasportare i rifiuti
Il trasferimento non è proprio a buon mercato, basti pensare che andrà avanti almeno fino al 31 luglio del 2022, per un totale complessivo di 40.500 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Questo è quanto riportato nella delibera di giunta con cui la Regione Lazio del governatore Nicola Zingaretti ha prorogato un accordo iniziato nel lontano 2014. In quattro anni, fino al 2018, l’Abruzzo ha importato 226mila tonnellate di immondizia spedita da Roma, più o meno 40.125 tonnellate ogni anno. Numero che negli anni successivi è aumentato, arrivando nel 2019, nel 2020 e nel 2021 fino a 70 tonnellate all’anno.
Con questa proroga le spedizioni ricominciano: la prima porterà 3mila tonnellate all'impianto di trattamento meccanico biologico Aciam di Aielli, in provincia de L'Aquila. La maggior parte invece, ben 37.500 tonnellate, verrà lavorata invece dalla Deco, della quale azienda il 65% è stato acquistrato da Acea, la partecipata del Comune di Roma. Alla fine si parla di oltre 61 milioni di euro. Come abbiamo precedentemente detto, trasportare e far lavorare l’immondizia romana in Abruzzo non costa poco: fino a 184 euro a tonnellata. Per un totale complessivo di circa 7,5 di milioni di euro.
La spiegazione di Regione Lazio
All’interno della delibera della Regione Lazio viene anche spiegato perché i rifiuti devono essere trasferiti oltre i confini regionali: “Pur avendo raggiunto la autosufficienza in tema di impianti di trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati prodotti nel territorio, il Lazio ha subito negli ultimi anni disagi dovuti anche a manutenzioni ovvero incidenti accorsi ad alcuni impianti e pertanto occorre scongiurare il possibile verificarsi di criticità nella gestione dei rifiuti prodotti da Roma”. E quindi ecco partire i camion colmi di pattume con destinazione Abruzzo.
Manlio Cerroni, proprietario di Malagrotta, è anche l’unico proprietario di discariche nel Lazio. Anche quella di Albano e quella di Viterbo sono sue. Intanto Viterbo ha riaperto, ma solo per i rifiuti della provincia di Latina, e non per quelli della Capitale. Necessari quindi i trasferimenti oltre regione.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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