Rischio siccità a Roma e gli ambientalisti si incatenano in strada

Crisi ambientale: gli attivisti manifestano in strada mentre ai piani alti si cercano delle soluzioni immediate. Il rischio è quello di arrivare a razionale l'acqua

Rischio siccità a Roma e gli ambientalisti si incatenano in strada

L'emergenza siccità è un fenomeno che sta diventando sempre più reale in Italia. In particolare a Roma e nel Lazio stanno cominciando i primi disagi dovuti a un tema che spesso e volentieri è stato preso sotto gamba: quello della "crisi climatica". Ecco perché, mentre gli ambientalisti manifestano nelle autostrade bloccando il traffico, la Regione lavora per mettere in atto misure straordinarie e arginare il problema dell'approvvigionamento idrico.

Romani a secco

Le temperature altissime e le pochissime piogge annuali hanno portato i cittadini a preoccuparsi seriamente. “Il torrido mese di maggio, appena trascorso, con picchi tipici delle giornate più calde di agosto, ha aggravato una situazione già di per sé molto critica e dovuta alle scarsissime precipitazioni invernali", aveva già avvisato Sofia Ricci, la presidente dell’Anbi Lazio (associazione regionale consorzi gestione e tutela del territorio e acque irrigue)."Da inizio anno a Roma sono caduti solo 137 millimetri di pioggia rispetto ai 357 millimetri di media degli ultimi 16 anni”.

Erasmo D'Angelis, esperto e divulgatore di tematiche ambientali, ha commentato così l'emergenza: “Il Tevere, che scorre intorno ai 100 metri cubi al secondo, ha un calo di portata abbastanza preoccupante. Molte altre località, non servite da falde montane, sono ovviamente a rischio”.

Gli ambientalisti e la rabbia degli automobilisti

Sono sempre più frequenti le manifestazioni di chi chiede un forte cambiamento per preservare il pianeta. Da giorni le catene umane si formano per strada, rendendo impossibile il passaggio delle vetture e fermando il traffico. L'azione dimostrativa degli attivisti di "Ultima Generazione" è stata messa in atto all'altezza del chilometro 61 e 100 della corsia esterna del Grande raccordo anulare, dove alcuni ragazzi si sono sdraiati tenendo un cartellone e gridando slogan a favore dell'ambiente.

Ad andare in tilt non è stato solo il traffico ma anche gli automobilisti che dopo vari minuti fermi a suonare il clacson hanno cercato di spostare gli ambientalisti con la forza. "Andate a lavorare", andate a Montecitorio a protestare. Non qui. Noi lavoriamo. A voi l'affitto ve lo paga papà", ha gridato qualcuno esasperato. "Se non ve togliete ve metto sotto", ha minacciato qualcun altro.

""Ci scusiamo con i cittadini della Capitale per i disagi che arrecheremo nelle prossime settimane. Sappiamo quanto sia necessario andare al lavoro per sfamare la propria famiglia. Siamo tutti figli e alcuni di noi sono anche genitori. È proprio per i figli che lo facciamo, i vostri e i nostri", hanno risposto dall'altra parte quelli di Ultima Generazione.

Le misure cautelari

Durante il periodo di siccità del 2017 erano stati utilizzati i "nasoni", le caratteristiche fontanelle di acqua potabile distribuite un po’ in tutta la città. Probabilmente. però, saranno riutilizzati per fronteggiare il problema attuale insieme alle misure che prevedono un razionamento delle forniture domestiche in orario notturno. Nel caso in cui dovessero essere messe in atto, come informa Romatoday, i quartieri a rischio saranno: Tor Bella Monaca, Torre Angela, Romanina, Spinaceto, Ostia.

Si sta dunque valutando di mettere in campo misure

straordinarie che verranno vagliate anche in un tavolo di confronto interistituzionale previsto per il 21 giugno a cui partecipano la Regione ed il Comune, ma anche il Consorzio di bonifica e l’Autorità di bacino del Tevere.

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