Roma, femministe del Pd "assaltano" la sede dei pro-life

L'associazione Pro Vita denuncia: “Hanno imbrattato la nostra sede con cartelli abusivi a sostegno della legge 194”. Alla testa del gruppetto di femministe c'era Sabrina Alfonsi, presidente dem del I Municipio

Roma, femministe del Pd "assaltano" la sede dei pro-life

“Tu eri così ad undici settimane ed ora sei qui perché i tuoi genitori hanno scelto la vita”. Era questo il messaggio del maxi manifesto anti-aborto affisso ad aprile scorso dall’associazione Pro Vita sulla facciata di un palazzo romano. Le quote rosa del Pd, a quella vista, erano andate su tutte le furie: lo avevano definito “offensivo verso le donne” e avevano chiesto alla sindaca Raggi di rimuoverlo “immediatamente”. Tanto che gli uffici capitolini erano intervenuti a tempo di record e dopo appena tre giorni il “manifesto choc” già non c’era più.

Eppure, la versione ridotta del banner era sopravvissuta alla censura, rimanendo affissa nei locali di Pro Vita di viale Manzoni. Più precisamente all’interno di una bacheca che, però, era comunque visibile dalla strada. Qualcuno lo ha notato ed ha arricciato il naso. Stiamo parlando della minisindaca dem del primo municipio, Sabrina Alfonsi, che lo ha interpretato come un modo “per bypassare la rimozione”. E alla testa di un drappello di consigliere e cittadine, nel tardo pomeriggio, si è presentata davanti alla sede dell’associazione “per ribadire che la legge 194 costituisce uno dei capisaldi del diritto delle donne all’autodeterminazione e alla libertà di scelta”.

Il gruppetto, denuncia in una nota il presidente di Pro Vita Toni Brandi, ha provveduto ad “imbrattare” il vetro al di là del quale si intravedeva il manifesto incriminato “con cartelli abusivi” su cui si leggono slogan come “aborto legale e sicuro” o “abbiamo il potere di fare scelte responsabili rispettatele” e “nessuna donna può dirsi libera se non controlla il proprio corpo”. Brandi ha anche fatto sapere che il video dell’azione, immortalato dalle telecamere a circuito chiuso, sarà consegnato ai Carabinieri. “Trovo assurdo - ha concluso quindi il presidente di Pro Vita - che il sindaco Virginia Raggi non intervenga mai quando si tratta di difendere la libertà di espressione a meno che questa non riguardi la sua ideologia mortifera”.

Mentre gli esponenti di Fratelli

d’Italia del primo municipio, Stefano Tozzi, Gianluca Caramanna, Lorenzo Santonocito e Maurizio Esposito, hanno bollato l’azione come “una cosa inaudita” che “un presidente di municipio non avrebbe dovuto compiere”.

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