Ancora un caso che imbarazza il Comune di Roma e l’Ater. Ancora famiglie lasciate al freddo e lo spettro di nuove proteste. Se la scorsa settimana la miccia della rivolta si era accesa tra i caseggiati popolari di Casal Bruciato, alla periferia est di Roma, anche spingendoci a sud della città il malcontento rischia di sfociare in una mobilitazione spontanea. A Spinaceto, infatti, gli appartamenti dell’Ater si sono trasformati in delle morse di ghiaccio dove vivono, quasi intrappolate, circa un centinaio di persone.
Il problema, come racconta RomaToday, riguarda principalmente i residenti dei civici 30 e 40 di via Padre Romualdo Formato che, da oltre cinque giorni, sono costretti a vivere con i termosifoni spenti. L’impianto di riscaldamento, in realtà, “zoppicava” già da qualche giorno. “Fino a quatto o cinque giorni fa – spiega un residente – si percepiva l’accensione dei termosifoni ma durava pochi minuti”. Dallo scorso lunedì, invece, la situazione è precipitata e “non funzionano del tutto”. Alla luce del recente abbassamento della colonnina del mercurio, questa situazione, diventa più critica di ora in ora. “Le temperature sono crollate – denuncia un altro inquilino di Spinaceto – e qui si muore di freddo”.
Ecco perché l’appello di chi alloggia nei condomini colpiti dal guasto è unanime. Da un lato viene sollecitato un intervento tempestivo dei tecnici e dall’altro chiesta una rimodulazione degli oneri accessori. Il ragionamento è: “Se il riscaldamento viene erogato a singhiozzo o è addirittura assente è giusto che ci venga applicato uno sconto in bolletta”. A impedire gli interventi di riparazione, secondo qualcuno, sarebbe la condizione dei locali in cui si trovano le caldaie che “sono allagati”.
Sulla questione è intervenuto anche il capogruppo capitolino di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo che ha annunciato la presentazione di “un’interrogazione urgente perché si intervenga subito e per capire come sia stata possibile una cosa simile”.
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