Un grosso blitz alle prime luci di questa mattina ha tagliato la testa ad un'importante organizzazione criminale attiva nello spaccio di droga nei quartieri popolari romani.
Sono state emesse 20 custodie cautelari a seguito del maxi blitz condotto dagli uomini della Squadra Mobile di Roma e dal Commissariato di Polizia Fidene-Serpentera. Ad essere finiti in manette sono quelli che Roma Today definisce "Gli Intoccabili", un vero e proprio gruppo armato che spacciava sostanze stupefacenti nel quartiere romano del Tufello. L'apice dell'organizzazione era gestita da due romani, Fabio Guida e Christian Primavera.
Gli agenti hanno arrestato venti persone e perquisito altrettanti edifici ritrovando ingenti sostanze stupefacenti tra cui hashish, marijuana e cocaina oltre a tante armi detenute illegalmente. La banda utilizzava un grosso armamentario proprio per difendere la grossa quantità di droga che circolava all'interno delle proprie fila e che veniva successivamente rivenduta. La piazza di spaccio era tra i palazzoni di via Tonale, via Monte Petrella, via Monte Crocco e via Monte Epomeo. Un'organizzazione stile napoletano, con vedette appostate per sorvegliare il perimetro e avvertire per tempo i pusher qualora si fosse presentata una pattuglia o gente estranea al quartiere. Un reticolo di edifici che consentiva agli spacciatori di sparire in pochissimi secondi, di darsi alla fuga e scomparire dentro i grossi palazzi popolari.
Distribuzione della droga quasi 24 ore, con turni che iniziavano in serata e terminavano in tarda mattinata, tutti i pusher battevano la zona in maniera tale da allargare sempre di più la fitta rete clientelare che si creavano. Minacce per chi non pagava secondo quanto stabilito.
A spaventare è l'età di chi era all'apice dell'organizzazione, infatti Christian Primavera è nato nel 1993 mentre Fabio Guida nel 1984. Un altro capo dell'organizzazione, classe 1994 chiamato Andrea Giuliani era esperto nel reperimento di tutte le tipologie di sostanze stupefacenti e soprattutto nello spartire "la fetta di torta" che spettava ai singoli soci e spacciatori del gruppo.
Un avvocato del Foro di Roma finito ai domiciliari
La banda aveva, come una qualsiasi famiglia mafiosa che si rispetti, un avvocato che sovrintendeva e consigliava i ragazzi. È ora finito ai domiciliari. Lo stesso partecipava attivamente alle attività criminali dell'organizzazione indicando anche i luoghi dove ritrovare la droga quando qualcuno degli associati finiva dentro. È infatti ritenuto il custode delle memorie dei soci che conosceva dove le sostanze venivano occultate.
Una complessa fase investigativa condotta anche con l'impiego di sofisticata attrezzatura per la registrazione ambientale, oltre a vari
arresti che hanno man mano fatto restringere il cerchio intorno alle teste dei tre super boss della banda. Un vero e proprio arsenale ritrovato dentro le abitazioni, tra cui per ora 5 pistole e un fucile e tantissime munizioni.
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