La stagione degli sgomberi sarebbe dovuta iniziare questa primavera. Le occupazioni della Capitale, 82 in tutto, avevano i mesi contati. Lo aveva promesso l'ex ministro degli Interni, Matteo Salvini, stilando un cronoprogramma degli interventi prioritari. Sembra passato un secolo. Nel frattempo è successo di tutto. Il governo gialloverde è naufragato, Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico sono convolati a nozze. Si rovesciano le alleanze e cambiano le priorità. Il dossier sgomberi finisce in un cassetto e sulle occupazioni romane si spengono i riflettori.
Qualche giorno fa, improvvisamente, si sono riaccesi: la più grande occupazione di richiedenti asilo della città, il Selam Palace, alla Romanina, diventa "zona rossa". È l'emergenza sanitaria a ricordarci che nella Capitale esistono situazioni fuori controllo. Luoghi sovraffollati, dove centinaia di persone vivono in condizioni igienico sanitarie a dir poco precarie. Sono realtà che sfuggono ai radar delle forze dell'ordine. Le divise non possono entrare. La verifica del rispetto delle regole anti-contagio è affidata al senso di responsabilità degli stessi occupanti, ammesso che ne abbiano. È il caso dei circa 250 abusivi che vivono nell'ex scuola 8 Marzo di via dell'Impruneta, alla Magliana. Mentre le strade della Capitale erano disseminate di posti di blocco per scoraggiare le fughe pasquali, loro, si concedevano un picnic sul prato. Lo denuncia una residente con uno scatto pubblicato in una delle pagine Facebook dedicate al quartiere. "Perdonatemi, ma la quarantena vale per tutti oppure per gli occupanti dell'ex scuola 8 Marzo non vale?", si legge a corredo della foto che mostra decine di persone assembrate nel giardino interno all'occupazione. Al di là dei cancelli della vecchia scuola della Magliana la vita scorre come se nulla fosse, come se il coronavirus non esistesse. È una scena surreale, che non appartiene ai nostri tempi. Si vedono bambini rincorrersi, anziani a passeggio, intere famiglie distese sull'erba e c'è persino chi ha allestito un barbecue.
Uno schiaffo in faccia ai residenti, che hanno trascorso la Pasqua nelle quattro mura domestiche. L'ennesimo. I rapporti di vicinato non sono mai stati buoni. La vecchia scuola doveva diventare un incubatore di imprese giovanili, in un quartiere dove non c'è nulla a parte il cemento delle case popolari. Uno dei tanti della periferia romana. E invece nel 2007 è stata occupata e si è trasformata in una piazza di spaccio. "Quell'immobile deve tornare al quartiere, ai nostri ragazzi, e non restare in mano a delinquenti e spacciatori", ci diceva qualche tempo fa una mamma della zona. Da allora non è cambiato nulla, nonostante l'immobile figuri nell'elenco di quelli che Salvini avrebbe voluto liberare. La gente è delusa, arrabbiata, preoccupata: "Non vorrei che si trasformasse in un altro Selam Palace", scrive qualcuno. "Sono abusivi ed illegali in tutto", commenta qualcun altro. "Ma i vigili dove sono?", si legge ancora. Stando a quello che raccontano i residenti, di segnalazione ne è stata fatta più di una, eppure gli occupanti sembrano godere della più totale impunità.
Sulla questione sono intervenuti anche Laura Corrotti, consigliere regionale della Lega, Daniele Catalano, ex capogruppo della Lega in XI Municipio, e Matteo Maione, coordinatore locale della Lega. "Le immagini che stanno circolando in queste ore sul web non fanno altro che confermare le nostre preoccupazioni, è evidente che all'interno delle occupazioni non avviene nessun controllo e le norme anti-contagio vengano sistematicamente ignorate", denunciano gli esponenti del Carroccio. "Ci domandiamo per quanto ancora queste sacche di illegalità possano essere tollerate e che ricadute abbiano in termini di salute pubblica", aggiungono.
Da qui, la richiesta di "predisporre controlli ad hoc, possibilmente in collaborazione con il servizio sanitario, per valutare i rischi igienici e scongiurare nuovi focolai e l'allarme sociale che si sta scatenando nei quartieri".
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