Non c’erano solo rom della Romania o dell’ex Jugoslavia nel centro di accoglienza di via dei Codirossoni a Torre Maura. Nel gruppo di nomadi paracadutato nel quartiere, infatti, si era mescolato anche un italiano che adesso ha perso tutto. Si chiama Carmine ed ha cinquantacinque anni. Per lui quelle passate non sono state giornate buone e le future si annunciano ancor più fosche.
Intercettato dall’AdnKronos, Carmine, racconta di esser arrivato in via dei Codirossoni assieme ai rom, perché la struttura di accoglienza dove alloggiavano prima “era malridotta”. “Questa qui invece – dice indicando malinconicamente l’ex Sprar – era buona però visto il casino che hanno fatto qui a Torre Maura ci hanno spostati da un’altra parte”. La nuova sistemazione è presso il centro di accoglienza Le Gardenie di Centocelle. A Carmine non piace affatto e la descrive così: “Non ci sta una spina per attaccare una piastra, non c’è un lavandino, non c’è un frigorifero, non c’è niente, c’è solo il bagno ed una cameretta e alla finestra ci sono pure le sbarre che sembra di stare a Regina Coeli”.
È per questo che Carmine ha fatto fagotto ed è tornato davanti al centro alla ricerca di risposte: “Non mi possono buttare per strada,
perché mi devono buttare in strada? Sono un italiano, non ho diritto a una sistemazione decorosa?”. Circa il 90 per cento degli ex ospiti della struttura di via dei Codirossoni hanno rinunciato alle soluzioni alloggiative offerte dal Comune di Roma.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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