Mister Yung Cho Chung giura che quello di Corea sarà uno splendido Gran premio e che «tutte le opere sono state concluse». Probabilmente il promotore della corsa si riferisce alla pista, al nastro dasfalto che per il 22 ottobre, venerdì di libere del Gp in programma il 24, sarà ormai un manto compatto e solido e sicuro. Giura. Però molte perplessità restano, perché questa pista costruita a 370 chilometri da Seul, che nelle intenzioni deve e dovrà dare impulso al turismo del Paese, è intanto contornata solo da cantieri aperti. A tal punto che, a dieci giorni dallevento, pare che molti sponsor abbiano evitato di invitare ospiti doc per non alloggiarli come tuareg nella polvere trasformata in sabbia. Si vedrà.
Ma le nuove frontiere della F1 non si fermano. Proprio ieri, a Sochi, il primo ministro russo, Vladimir Putin, ha incontrato il patron della F1, Bernie Ecclestone, per definire e siglare lintesa per ospitare un Gran premio. E il papiro firmato, fra le altre, porta queste note: dal 2014 e per sei anni, a Sochi, Mar Nero, si disputerà il Gp di Russia; laccordo prevede il rinnovo per altre cinque stagioni e convoglierà nelle casse del Circus, nel senso della società che lo gestisce commercialmente, dunque Ecclestone, 40 milioni di dollari lanno. Putin non ha però intenzione di arrivare alla data fatidica con il fiatone come sta invece accadendo in Corea (e come fin qui successo alla maggior parte delle recenti new entry in F1). Anzi, ha già avviato colloqui con gli imprenditori russi perché sostengano economicamente levento. «La Formula 1» ha detto «non è soltanto la competizione più prestigiosa nel mondo dei motori ma dimostra anche i successi dellindustria dellautomobile». Ovvero: non voglio figuracce.
Da notare che Russia e Corea sono entrambe impegnate sia sul fronte motori che olimpico.
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