Rottamazione, i furbetti rilanciano vecchi catorci

Con auto decrepite comprate per pochi spiccioli incassano il contributo statale di 1.500 euro. E ora tutti vanno a caccia di Panda arrugginite

Rottamazione, i furbetti 
rilanciano vecchi catorci

di Alessio Ribaudo

«Cerco auto da rottamare e offro compenso». Annunci simili, da qualche mese, spopolano su siti e bacheche virtuali. Se pensate che provengano da sfasciacarrozze a caccia di pezzi di ricambio, siete fuori strada. Sono «semplici» automobilisti che vogliono ottenere gli ecoincentivi statali per la rottamazione. Il governo, infatti, ha messo a disposizione un bonus sino a 1.500 euro per chi compra un’auto a basso impatto ambientale di classe Euro4 o 5 e contestualmente ne demolisce una Euro 0-1-2, immatricolata entro dicembre 1999.
A quest’importo, molte case automobilistiche aggiungono anche sconti sostanziosi. Tornando all’annuncio, chi non possiede una vecchia auto ma riesce a comprarne una usata, rientrante nei requisiti di legge, fa bingo. Con poche centinaia di euro può accaparrarsi un veicolo usato, pagare il passaggio di proprietà e recarsi dal rivenditore ottenendo ribassi che possono sfiorare alcune migliaia di euro. Un «giochetto» che ha fatto subito scattare la caccia alla macchina del «nonno» e ha fatto impennare il suo prezzo. Catorci che, fino a poco tempo fa, valevano poche decine di euro oggi, invece, sono ricercati come acqua nel deserto. «I miei venditori – spiega Ado Fassina, a capo di un network di concessionarie – mi hanno raccontato che molti clienti si presentano con auto da rottamare che posseggono solo da poche settimane ma non demonizziamoli perché sfruttano solo occasioni consentite dalla legge. Comunque, nei miei punti vendita non c’è neanche un usato da rottamare». Per carità, questo giro di valzer consente di far guadagnare tutti. Chi ha un’auto da demolire non deve pagare nulla per la rottamazione, non perde tempo per consegnarla al demolitore e, in più, ottiene anche i soldi utili per le vacanze. L’acquirente risparmia sul nuovo. Le case, attanagliate dalla pesante crisi economica, tirano sospiri di sollievo. E lo Stato? Incassa due volte: sull’eventuale passaggio di proprietà e sull’Iva che poi esige al momento dell’acquisto della nuova auto.
«Noi avevamo previsto questa situazione – afferma Gaetano Thorel, presidente e amministratore delegato di Ford Italia – ma abbiamo deciso di premiare con uno sconto ulteriore di mille euro solo chi dimostra di possedere l’auto da almeno sei mesi».
Sconti aggiuntivi o meno, comunque, i dati ufficiali parlano chiaro. A maggio, secondo l’Aci, il 91,37% delle 103.719 vetture acquistate ha usufruito degli ecoincentivi. Addirittura, al Sud Italia le percentuali sono bulgare. Si va dal 98,56% della Calabria al 98,42% della Sicilia o al 98,18% della Basilicata. Trend per giunta in ascesa visto che, rispetto ad aprile di quest’anno, si è registrato un +4%. «Il progressivo aumento degli acquisti dimostra che il sistema di incentivi funziona – argomenta Enrico Gelpi, presidente dell’Aci – e risponde all’interesse generale della collettività. Oltre a promuovere il ricambio del parco veicolare italiano, tra i più vecchi d’Europa, favorisce anche un nuovo approccio all’acquisto dell’auto, a beneficio di sicurezza stradale e tutela ambientale».
Ma quali sono i modelli che più gli italiani rottamano? Subito dietro alle vecchie serie di Fiat Punto e Panda si piazza un duetto che spopolava negli ’80: la Fiat Uno e l'Autobianchi Ypsilon 10. Per non parlare della «vecchia» Cinquecento.

Automobili che avevano emissioni inquinanti simili a una supercar di oggi. Basti pensare che fatto 100 il valore di emissioni di monossido di carbonio di un’auto Euro 0, prodotta nel 1983, quel valore, oggi, è sceso a 3. Con grandi vantaggi per l'aria che respiriamo.

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