Francesca Scapinelli
«Il risanamento delleconomia italiana deve necessariamente partire dal Sud e dalla sua tradizione rurale, sviluppando lindustria agro-alimentare, il turismo e lartigianato, nel rispetto dellambiente». È la tesi di fondo del libro del principe Sforza Ruspoli La terra trema. Invito alla rivolta (edizioni Pagine), presentato ieri sera dallautore nel palazzo di famiglia insieme con i giornalisti Giovanni Russo e Marcello Veneziani, laccademico pontificio Guglielmo de Giovanni Centelles, il regista Pasquale Squitieri e leditore Luciano Lucarini. Il volume, curato da Pier Francesco Piccolomini, intende porsi come un manifesto di denuncia del «fallimento insito nel modello di sviluppo basato sul gigantismo industriale assistito». Un centinaio di pagine, corredate da apparato iconografico, compongono un saggio che, ha osservato de Giovanni Centelles, rappresenta «un vero inno allagricoltura, intesa come economia primaria ma anche come rapporto diretto tra luomo e le cose, risorsa fondamentale del Paese». «La tragedia del nostro Meridione - ha spiegato Ruspoli - è dovuta in gran parte al programmato abbandono del mondo agricolo con i suoi borghi e campanili. Lesodo dalle campagne, però, ha sconvolto la vita delle città». Lanticonformismo dell'autore, e la sua «capacità di sconvolgere gli assetti precostituiti», sono stati sottolineati da Veneziani: «In un mondo in cui tutti si dichiarano moderati, Bertinotti incluso, Sforza Ruspoli si dimostra invece controcorrente e incita alla rivolta, concetto di un anacronismo straordinario.
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