Sakineh, appello al Papa: "Salvate mia mamma" Vaticano: seguiamo caso

Iran, Sajjad Ghaderzadeh chiede anche l'intervento di Benedetto XVI e del premier per fermare l’esecuzione. Il Vaticano: "Siamo sempre contrari alla pena di morte". Frattini: "Iran consideri un atto di clemenza"

Sakineh, appello al Papa: 
"Salvate mia mamma" 
Vaticano: seguiamo caso

Roma - Sajjad Ghaderzadeh, il figlio di Sakineh Mohammadi Ashtiani, si appella al Papa e al governo italiano, tramite Aki-Adnkronos international, per fermare l’esecuzione della madre. "Mi appello a tutti gli italiani - dice contattato telefonicamente - ma soprattutto al loro governo e al premier Silvio Berlusconi". Poi si rivolge al pontefice: "Esorto il capo della Chiesa, papa Benedetto XVI, a intervenire per salvare la vita di mia madre", per fermare le "atrocità ingiustificate" a cui è sottoposta. Per Sajjad, l’unica speranza di fermare l’esecuzione è proprio la mobilitazione internazionale, le voci come quella della "premiere dame" di Francia, Carla Bruni, o del calciatore italiano Francesco Totti, che ha aderito alla campagna di Aki contro la lapidazione di Sakineh, producendo una grande eco in Iran.

Appello alla comunità internazionale "Vorrei ringraziare tutta la comunità internazionale, perché sta seguendo con tanta attenzione il nostro caso - dice -. Vi chiedo di non fermare le vostre campagne, perchè questo tipo di pressione da tutto il mondo può veramente aiutare mia madre". "Non fermatevi per favore - ribadisce - siete la nostra unica speranza". "Prima di appellarmi alla comunità internazionale, mi sono rivolto alle massime cariche dello stato - spiega - anche alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei, e al presidente Mahmoud Ahmadinejad, scrivendo diverse lettere, ma senza mai ricevere alcuna risposta". "È per questo che mi sono rivolto alla comunità internazionale - continua - Ad Ahmadinejad chiedo dove sia quella giustizia di cui parlava durante la sua campagna elettorale, come mai non interviene a sostegno della mia povera madre. Sono molto deluso dalle autorità iraniane". 

Il Vaticano: "Seguiamo con molta attenzione" Il Vaticano "sta seguendo con molta attenzione" la vicenda di Sakineh Mohammadi, la donna iraniana di 43 anni condannata alla lapidazione perché ritenuta colpevole di adulterio e complicità nell’omicidio del marito. Lo ha precisato una fonte della Santa Sede contatta telefonicamente, ricordando che "il Vaticano è sempre contrario alla pena di morte". 

Frattini: "Iran consideri atto di clemenza" Ribadisco a nome del governo italiano il più forte auspicio che l’Iran consideri un atto di clemenza per salvare Sakineh da un’orrenda punizione offensiva della dignità umana. Salvare Sakineh da questa sofferenza offrirebbe un’opportunità per l’Iran per creare un nuovo clima di fiducia con la comunità internazionale", ha dichiarato il ministro degli esteri Franco Frattini. "Ribadisco - ha aggiunto Frattini -, la mia disponibilità a incontrare il ministro degli esteri iraniano Mottaki per favorire insieme, nel comune interesse, una positiva soluzione del caso".

Un giornale governativo contro Berlusconi "E' un uomo moralmente corrotto". Così il giornale ultraconservatore Kayhan, lo stesso che qualche giorno fa sferrò un duro attacco alla premiere dame francese Carla Bruni, definisce il presidente del Consiglio, criticandolo per le posizioni assunte dal governo italiano in difesa di Sakineh. Il direttore è nominato direttamente dalla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.

"Ecco cos'è il regime di Ahmadinejad" "La vicenda di Sakineh non solo ci commuove, ma ci mostra cosa sia il regime di Ahmadinejad. L’uso violento dell’estremismo religioso come strumento di oppressione politica; la pretesa di impedire qualunque libertà civile e politica; una pervasiva e feroce intrusione dello stato nella vita delle persone".

Lo afferma in una nota Daniele Capezzone, portavoce Pdl. "Speriamo - auspica Capezzone - che in extremis sia possibile salvare una vita. In ogni caso, ancora una volta, il mondo vede come il regime teocratico iraniano opprima gli uomini e le donne di quel Paese". 

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