Un taglio netto (per ora) ai centri estivi comunali. Dai 7.600 posti disponibili l'anno scorso (per un totale di 3.200 iscritti, almeno uno su due aveva prenotato più turni) a zero. Il Comune per il momento ha eliminato in blocco dal Bilancio di previsione 2023 la voce di spesa per i 41 «centri estivi Scuola primaria». E i posti disponibili nelle cinque case vacanze scendono da 2.700 a settecento («e sempre che l'operatore ci stia»), un quarto rispetto al 2022. Un colpo non indifferente alle famiglie milanesi che lavorano fino ad agosto e dovranno fare i salti mortali per «sistemare» i figli durante le vacanze.
«Ad oggi non possiamo garantire il servizio - è stata netta la vicesindaco e assessore all'Educazione Anna Scavuzzo ieri in Commissione -. Sono aumentati i costi e la coperta è corta, abbiamo preferito mettere in sicurezza l'offerta scolastica della fascia da zero a sei anni», compreso n questo caso il prolungamento del servizio estivo fino al 31 luglio, ma «mancano tre milioni per garantire l'offerta dei campus comunali. Abbiamo ancora qualche mese per decidere, se non arriveranno finanziamenti dallo Stato entro aprile non avremo il tempo e le risorse per organizzare l'offerta. Abbiamo fatto tutto il possibile ma non ci sono tesoretti nascosti. Non abbiamo soldi da mettere sui contratti in essere». L'anno scorso si erano iscritti ai campus comunali anche 270 bimbi disabili. La spesa sulle case vacanza ammonta invece a 2,5 milioni. E la consigliera Pd Alice Arienta ha suggerito di «dirottare diversamente le risorse, dando priorità ai 3 milioni per i centri estivi» invece che alle «colonie».
Garantiti (con 20,9 milioni di spesa) le convenzioni con i nidi privati, per un totale di 1.454 posti da gennaio a giugno e poi da settembre a dicembre e nei nidi in appalto, per un totale di 1.397 nella prima fase e 1.440 alla ripresa dopo le vacanze. Previsto invece, sempre per l'estate, un taglio dei contributi per i centri estivi negli oratori. Sul capitolo spesa in conto capitale (gli investimenti sulle opere) nell'elenco delle priorità da finanziare ci sono ad esempio la demolizione e ricostruzione della scuola materna di via Rimini, di via Sant'Abbondio e di via Vallarsa e il restauro conservativo e adeguamento del plesso di via Ruffini.
Scavuzzo incalza Roma. «In Finanziaria a più riprese e su più tavoli avevamo chiesto contributi per Milano, ma gli emendamenti sono stati bocciati. Ci facciamo carico anche nella fascia zero-3 anni un servizio nidi altrimenti non coperto dallo Stato. Ci sobbarchiamo servizi per una comunità molto più ampia dei milanesi, non voglio dire prima i milanesi ma non devono essere neanche gli ultimi se dobbiamo essere costretti a tagliare servizi». Il consigliere di FdI Marco Bestetti sottolinea che «da che è mondo è mondo queste attività sono sempre state di competenza del Comune, se ora la giunta Sala ha difficoltà a far quadrare i conti e rinuncia ad un servizio essenziale come i centri estivi dovrebbe fare un esame di coscienza sulla gestione delle spese. Dia priorità ai servizi scolastici». E magari meno, a piste ciclabili «fantasiose» e contestate spesso anche da chi le usa.
Nei giorni scorsi la giunta ha invece deciso di non aderire allo stralcio delle cartelle esattoriali per multe sotto i mille euro autorizzato dal governo Meloni con la Manovra. Avrebbe riguardato circa 1,4 milioni di cartelle per sanzioni al Codice della strada e circa 160mila per altre entrate (Imu, Tari..). Contando che si tratta di multe prese tra il 2000 e il 2015, sarà comunque difficile riscuotere.
Il Comune paga ad Agenzia della Riscossione un aggio annuo in base al riscosso e ad una società esterna un servizio di monitoraggio sull'attività di Agenzia della Riscossione per un totale di circa 100mila euro all'anno.
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