A Salerno De Luca manda in crisi i Ds

da Salerno

Vincenzo De Luca ha stravinto il ballottaggio: è lui il nuovo sindaco di Salerno, ma si tratta di un ritorno avendo già governato la seconda città della Campania, ininterrottamente dal 1993 al 2001. De Luca, uomo del ministro degli Esteri, Massimo D'Alema, dopo avere eliminato al primo turno il candidato del centrodestra, è arrivato al «regolamento di conti», nientemeno con il candidato del centrosinistra ufficiale, l'europarlamentare della Margherita, Alfonso Andria, sostenuto dai partiti dell'Unione. De Luca subentra al suo fedelissimo, Mario De Biase, e lascia il seggio di parlamentare, carica che ha rivestito per 5 anni. La «faida» all'interno della Quercia campana si è conclusa con un sonante 56,9 a 43,1 a favore di De Luca, presentatosi allo scontro con alcune liste civiche mentre dall'altra parte ha trovato l'Unione al gran completo. Naturalmente, senza la Quercia salernitana, pesantemente schierata con il neo sindaco. Ma il grande sconfitto di questa elezione, non è soltanto il centrosinistra ufficiale ma, l'uomo più potente della Regione: il governatore campano, Antonio Bassolino. Lo sconfitto governatore aveva infatti affermato che con De Biase Salerno sarebbe tornata indietro.
Il consigliere regionale diessino, Ugo Carpinelli, subito dopo la rielezione di De Luca, ha duramente attaccato la nomenklatura bassoliniana.

«Dopo il tapiro d'oro per le sue improvvide dichiarazioni - ha detto - Gianfranco Nappi (segretario campano della Quercia bassolino-dipendente, ndr), farebbe meglio a vergognarsi per come ha tentato di isolare e distruggere la sinistra democratica a Salerno e a Caserta».
Carpinelli ha poi auspicato che «per il bene della Campania e della sinistra, Nappi farebbe bene a dimettersi da segretario regionale».

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