Con il termine anemia (dal greco"anaìmia", ovvero "senza sangue") si indica una condizione patologica caratterizzata da una riduzione del numero di globuli rossi o eritrociti. Si tratta di cellule del sangue adibite al trasporto di ossigeno dai polmoni verso i tessuti e di una parte dell'anidride carbonica dai tessuti ai polmoni.
I soggetti maggiormente a rischio sono i bambini e le donne in età fertile. In queste ultime, infatti, le ripetute perdite di sangue dovute alle mestruazioni, soprattutto se abbondanti, possono provocare una cronica carenza di ferro, il costituente principale dell'emoglobina contenuta nei globuli rossi. Solitamente si parla di anemia quando i livelli dell'emoglobina sono inferiori a:
- 13 g/dl nel sesso maschile;
- 12 g/dl nel sesso femminile.
Ne esistono diverse tipologie classificate in base alle alterazioni della morfologia degli eritrociti e degli indici eritrocitari. Ciascuna di esse ha delle caratteristiche peculiari. Ecco quali sono quelle più note.
Anemia sideropenica o da carenza di ferro
L'anemia sideropenica è, forse, quella maggiormente diffusa. Dati alla mano, la sua incidenza nei Paesi maggiormente sviluppati è del 3% tra gli uomini adulti, del 20% tra le donne e del 50% tra le gestanti. Si tratta di una condizione in cui, a causa della carenza di ferro, il valore dell'emoglobina è inferiore a 14 g/dl nel sesso maschile, a 12 g/dl in quello femminile e a 11 g/dl nelle partorienti.
Il ferro è un elemento chimico indispensabile per la salute dell'organismo. Oltre a sintetizzare l'emoglobina, esso è fondamentale per i processi di respirazione cellulare e per il metabolismo degli acidi nucleici. La sua assimilazione avviene attraverso una dieta ricca di alimenti che lo contengono, tra cui: carne (rossa e bianca), pesce, tuorlo d'uovo, legumi e vegetali a foglia verde. La scarsa disponibilità di ferro e la conseguente anemia riconosce diverse cause:
- apporto inadeguato: le carenze nutrizionali non interessano solo gli individui poveri, ma anche altri soggetti tra cui gli anziani, i vegetariani, i bambini e gli alcolisti;
- assorbimento alterato: si osserva nei pazienti affetti da diarrea cronica, steatorrea intestinale, ipocloridrici e fra coloro che hanno subito resezioni di alcune porzioni dell'intestino (digiuno o ileo);
- aumentato fabbisogno: è una condizione tipica della crescita, del ciclo mestruale e della gravidanza;
- perdita protratta: è dovuta a sanguinamenti vari: emorroidi, ulcera gastrica, tumori, colite ulcerosa, morbo di Crohn.
Anemia mediterranea, cause e tipologie
Nota anche come talassemia, l'anemia mediterranea è una malattia ereditaria del sangue caratterizzata da una minore presenza di globuli rossi e da difetti nella sintesi delle catene beta-globiniche dell'emoglobina. Poiché la trasmissione è autosomica recessiva, il disturbo può interessare un bambino con entrambi i genitori portatori. Essendo una patologia genetica, l'anemia mediterranea è l'esito di alterazioni a carico del gene HBB che codifica per le beta-globine. Ciò, dunque, comporta la scarsa o assente produzione di catene beta. L'emoglobina che ne deriva, danneggiando la membrana dei globuli rossi, provoca la loro distruzione. Esistono tre forme di talassemia:
- talassemia major (morbo di Cooley): la sopravvivenza per questa tipologia che compare entro i 2 anni di vita è garantita da trasfusioni di sangue periodiche e dall'uso di farmaci specifici;
- talassemia intermedia: meno grave, può rimanere latente o manifestarsi come quella major;
- Talassemia minore: generalmente asintomatica, non richiede trattamenti particolari, fatta eccezione per regolari controlli ematici.
Sintomi e prevenzione dell'anemia
Inizialmente l'anemia può essere asintomatica. Con il passare del tempo le manifestazioni diventano più o meno intense, a seconda della causa scatenante e delle condizioni generali del paziente. Si è soliti osservare i seguenti segni clinici:
- stanchezza;
- pallore della pelle e delle mucose;
- tachicardia;
- dolori al petto;
- vertigini;
- fiato corto;
- mani e piedi freddi;
- cefalea;
- ipotensione;
- ingrossamento della milza;
- alterazioni del colore delle feci.
Quando l'anemia è dovuta a carenze nutrizionali e dopo
averla trattata con preparati a base di ferro somministrati per via orale, intramuscolare o venosa, è possibile prevenire le ricadute con l'alimentazione. In accordo con il medico curante, essa deve includere:- cibi ricchi di vitamina B12: cereali, soia, latticini, crostacei;
- cibi ricchi di vitamina C: agrumi, vegetali a foglia verde, frutti di bosco, peperoni, pomodori;
- cibi ricchi di acido folico: banane, legumi;
- due porzioni di carne alla settimana;
- due porzioni di pesce alla settimana;
- due o tre uova alla settimana.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.