Un registro nazionale per conoscere e curare l’emicrania.
Si è costituito nei giorni scorsi, durante lo start up meeting al San Raffaele di Roma, un registro strutturato e condiviso con circa 40 centri in tutta Italia. L’obiettivo è che esso diventi un punto di riferimento internazionale per superare l’impostazione farmacocentrica dei registri sull'emicrania esistenti al momento. Tanto già che oggi questo disturbo può essere prevenuto e il nuovo sistema potrebbe aiutare a garantire una cura sempre più corretta a chi ne soffre.
L’idea è partita nel 2014, dallo stesso San Raffaele e dall’Istituto Superiore di Sanità, grazie al primo studio clinico sull’argomento. La ricerca ha coinvolto 4 centri e 63 pazienti - dei quali 51 donne. I risultati, poi confermati dal lavoro di altri 22 centri e da 776 pazienti, sono stati eloquenti: il 41,2% delle terapie erano state effettuate senza consultare uno specialista, il 19,4% degli esami erano stati eseguiti senza prescrizioni e la metà di tutti gli esami si sono rivelati inutili.
“Contarsi per poter contare - chiarisce Piero Barbanti, neurologo responsabile del Centro cefalee dell'Irccs San Raffaele di Roma - è molto più di uno slogan per i pazienti che soffrono di questa patologia e che potranno essere inseriti nel registro ottenendo un passaporto biologico, una sorta di QRcode, che garantirà cure adeguate e di evitare esami inutili.
Per il Servizio Sanitario Nazionale il registro sarà uno strumento di appropriatezza e sostenibilità e metterà a disposizione del mondo scientifico una banca dati di grande valore. Considerato che l'Italia è leader per la ricerca del mal di testa, lavoreremo per garantire meno slogan e più cure”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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