Artrite psorisiaca, un nuovo farmaco si rivela efficace

L'anticorpo monoclonale ixekizumab è stato presentato al Congresso Europeo di Reumatologia Eular 2019 tenutosi a Madrid

Artrite psorisiaca, un nuovo farmaco si rivela efficace

Colpisce prevalentemente i soggetti di età compresa fra i 30 e i 50 anni e in egual misura uomini e donne. L'artrite psorisiaca è una patologia infiammatoria cronica che interessa le articolazioni di individui affetti dalla malattia cutanea chiamata psoriasi o che hanno fratelli, sorelle, genitori sofferenti della stessa. La psoriasi causa la comparsa di chiazze rosse ricoperte di placche bianche a livello di gomiti, ginocchia, caviglie, mani, piedi, cuoio capelluto e piega tra i glutei. La maggior parte delle persone sviluppa prima questo disturbo e in seguito l'artrite psorisiaca, ma alle volte può avvenire il contrario. Non è nota la causa scatenante, tuttavia si sa che essa si manifesta nel momento in cui il sistema immunitario attacca cellule normali dell'organismo. Si ipotizza che in ciò siano implicati sia fattori genetici che ambientali e anche alcune infezioni. I sintomi (lievi, moderati o gravi) colpiscono le articolazioni delle mani e della colonna vertebrale e possono alternarsi a periodi di remissione, nei quali il disturbo si risolve spontaneamente. Le manifestazioni tipiche sono:

- Dolore e gonfiore alle dita delle mani e dei piedi che presentano un aspetto a salsicciotto (dattilite);

- Algia e infiammazione nei punti in cui i tendini e i legamenti si connettono all'osso (entesite);

- Dolore lombare o al gluteo a correlato all'infiammazione delle articolazioni tra le vertebre (spondilite) e delle articolazioni sacroiliache (sacroillieite).

Una speranza per i pazienti affetti da artrite psorisiaca giunge da un nuovo farmaco presentato al Congresso Europeo di Reumatologia Eular 2019 tenutosi a Madrid. Si tratta di un anticorpo monoclonale, l'ixekizumab, che agisce sull'interleuchina 17-A, ovvero una citochina coinvolta nel processo di infiammazione.

Il medicinale è stato paragonato con la terapia tradizionale a base di adalimumab, anticorpo monoclonale inibitore della citochina TNF-alfa. I risultati sono stati sorprendenti. Dopo 24 settimane di trattamento si è verificato un netto miglioramento dei sintomi nei soggetti che avevano assunto ixekizumab.

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