Si stima che a livello globale siano circa due miliardi di persone a soffrirne, di cui circa un terzo in età scolare. L'incidenza della carenza di iodio, tuttavia, non è uniforme in quanto correlata al livello socio economico, ma anche alla ricchezza del minerale nel sottosuolo, nelle acque e negli alimenti. L'importanza dello iodio consiste nel fatto che questo elemento rappresenta il costituente fondamentale degli ormoni tiroidei, la tiroxina e la triiodotironina. Essi svolgono un ruolo essenziale nell'ambito del differenziamento cellulare, in particolare nello sviluppo del sistema nervoso centrale nelle prime fasi della vita e contribuiscono, altresì, al mantenimento dell'omeostasi metabolica durante l'età adulta. La carenza di iodio, dunque, compromette la funzione tiroidea e si traduce di conseguenza i quadri morbosi con manifestazioni che variano in base al periodo della vita. Sebbene un'assunzione insufficiente di iodio possa provocare problemi a qualsiasi età, è estremamente importante che donne in gravidanza e in allattamento, e i bambini con meno di tre anni, assumano quantità sufficienti di tale elemento. In caso contrario, infatti, lo sviluppo del feto sarà compromesso e potranno verificarsi danni irreversibili al cervello con conseguente ritardo mentale permanente. Lievi carenze nutrizionali, invece, porteranno alla formazione del cosiddetto gozzo ipotiroideo, manifestazione questa diffusa soprattutto nel nostro Paese.
La prevenzione è necessaria e si fa a tavola. Fin dallo svezzamento, coloro che godono di buona salute, non devono rinunciare al sale iodato, ovvero un normale sale salgemma o marino al quale viene aggiunto iodio chimico di sintesi. L'importane è non esagerare con le dosi, 3-5 grammi al giorno sono la quantità ideale. Esso va utilizzato a crudo per non disperdere i benefici attraverso il calore. Una dieta in grado di contrastare un'eventuale carenza di iodio comprende anche il consumo di due porzioni di pesce e di formaggio alla settimana e latte tutti i giorni. Via libera al pesce di mare, ai crostacei e alle alghe. Queste ultime, tuttavia, non vanno mangiate in quantità eccessiva. Si rischierebbe altrimenti di affaticare inutilmente la tiroide. Nella dieta sono contemplati anche i cereali e la frutta.
Non esistono, invece, cibi vietati ma alimenti che possono interferire con l'assimilazione dell'elemento e con la produzione degli ormoni tiroidei. Tra questi si ricordino i cavoli, i broccoli, la soia e gli spinaci.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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