Con il termine cataratta si indica un'opacizzazione parziale o totale del cristallino, ovvero la lente naturale trasparente interna all'occhio che, mettendo a fuoco sulla retina la luce che supera la cornea, consente di visualizzare qualsiasi immagine. La parola cataratta deriva dal greco 'katarraktês' e significa letteralmente 'qualcosa che cade dall'alto verso il basso'. Anticamente essa veniva utilizzata in medicina per porre l'attenzione su quella specie di nebbia che scende davanti all'occhio quando il cristallino si opacizza. La categoria più a rischio è senza dubbio quella degli anziani, basti pensare che il 71% dei soggetti con un'età pari o superiore agli 85 anni è affetto dal disturbo. Quando quest'ultimo si manifesta in individui sani di età compresa tra i 40 e i 60 anni, si parla di cataratta presenile. Si tratta di una forma che anticipa la malattia vera e propria.
Oltre alla cataratta senile, esistono altre tipologie. Quella traumatica, come ben si può intuire, è strettamente correlata a incidenti fisici o meccanici dell'occhio ed è spesso monoculare. Principali cause sono le ferite perforanti e i traumi contusivi. Anche i farmaci possono contribuire all'opacizzazione del cristallino. Particolarmente rischiosi i medicinali miotici che procurano il restringimento della pupilla e la terapia cortisonica protratta per almeno due anni. Da non sottovalutare la pericolosità del diabete, soprattutto nei giovani per i quali la probabilità di sviluppare il disturbo è quattro volte superiore rispetto a un paziente in buona salute. La cataratta può, altresì, essere l'esito di patologie oculari (distacco della retina, glaucoma, iridociclite, uveite) e dermatologiche (sclerodermia, dermatite atopica, poichilodermia).
Vi sono casi in cui la malattia compare fin dalla nascita o nei mesi successivi. Molteplici sono le cause in simili frangenti: alterazioni metaboliche della madre (ipotiroidismo, diabete, carenze alimentari) o del feto, ereditarietà, assunzione di farmaci durante la gestazione (corticosteroidi, sulfamidici), parto pre-termine. Ancora infezioni contratte nel corso della gravidanza (toxoplasmosi, Herpes sistemico, rosolia, varicella, parotite, Citomegalovirus, infezione da Rubella e da Epstein-Barr) e sindrome di Marfan, ovvero un disordine complesso a carico del tessuto connettivo che colpisce occhi, sistema cardiovascolare e muscolo-scheletrico. Altri fattori di rischio includono: carenza di iodio, esposizione ai raggi X e UV, galattosemia, fumo di sigaretta, alcolismo, grave disidratazione e crisi diarroiche croniche.
Generalmente l'annebbiamento della vista interessa solo una piccola porzione del cristallino. Tuttavia con il passare del tempo la cataratta si ingrandisce, la vista diviene sempre più offuscata e la messa a fuoco è compromessa. Sintomi tipici sono: difficoltà ad identificare i colori e di lettura, sdoppiamento e/o annebbiamento della vista, necessità di cambiare spesso le lenti degli occhiali a causa della riduzione della capacità visiva.
Ancora dissolvenza delle immagini, visione a macchie o a punti, peggioramento della stessa in presenza di luce debole o molto forte, comparsa di aloni scuri attorno agli oggetti. L'evoluzione della malattia è lenta. Se lasciata a se stessa, la corteccia del cristallino si liquefa e diventa lattescente, offuscando in maniera considerevole la visione.
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