Anakinra, farmaco anti artrite contro i casi gravi di Covid-19

I risultati dello studio, condotto dall'immunologo Giulio Cavalli, sono stati pubblicati su 'Lancet Rheumatology'

Anakinra, farmaco anti artrite contro i casi gravi di Covid-19

Una nuova speranza nella lotta al Coronavirus, e in particolare per le forme più aggressive di Sars-CoV-2, riluce nell'annuncio dell'Irccs ospedale San Raffaele di Milano. Contro l'infezione si è dimostrato efficace e sicuro il farmaco 'anakinra', già impiegato per la cura dell'artrite reumatoide. Quest'ultima, si ricordi, è una malattia infiammatoria cronica, sistemica, potenzialmente invalidante e presumibilmente ad eziologia autoimmune. La patologia, che colpisce circa l'1% della popolazione e che è da due a tre volte più frequente nelle donne, insorge in un'età compresa fra i 40 e i 60 anni e interessa le articolazioni in modo simmetrico. Tuttavia, essendo sistemica, i suoi effetti possono riverberarsi anche su altri organi, come il cuore, i polmoni e i reni. I sintomi sono vari, quelli maggiormente frequenti comprendono gonfiore, dolore, sensazione di calore, rigidità (soprattutto mattutina) e limitazione dei movimenti.

Le forme più gravi di Coronavirus, dunque, possono essere trattate con questa molecola che è in grado di spegnere l'abnorme risposta immunitaria causata dall'infezione. I risultati della ricerca, condotta da dall'immunologo Giulio Cavalli e coordinata da Lorenzo Dagna, primario dell'Unità di Immunologia, Reumatologia, Allergologia e Malattie rare dell'Istituto del Gruppo San Donato, sono stati pubblicati su 'Lancet Rheumatology'. L'analisi inoltre, che ha visto protagonisti 29 pazienti ricoverati in ventilazione non invasiva e con quadri clinici ad alto rischio, rientra in un maxi studio clinico osservazionale sul Covid-19. Responsabili dello stesso Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di Anestesia e Rianimazione generale e Cardio-toraco-vascolare, e Fabio Ciceri, vice direttore scientifico per la Ricerca clinica e primario dell'Unità di Ematologia con trapianto.

Il farmaco agisce neutralizzando l'interleuchina-1 (Il-1), una molecola prodotta dal sistema immunitario in risposta a infezioni virali. Anakinra è stato così utilizzato a un dosaggio più elevato e con una somministrazione per via endovenosa (differente dalla solita modalità sottocutanea) al fine di bloccare l'eccessiva e pericolosa risposta infiammatoria generata dal Coronavirus. A 21 giorni dal trattamento, ben il 72% dei soggetti mostrava un concreto miglioramento della flogosi sistemica e della funzione respiratoria. Questo gruppo di pazienti è stato confrontato rispettivamente con un gruppo di controllo di 16 individui che avevano ricevuto solo la terapia standard. La differenza è notevole. Nel gruppo di controllo la funzione respiratoria è migliorata solo nel 50% dei malati. Ma non è tutto. La mortalità è risultata essere 4 volte superiore.

Una delle più temibili complicanze del Coronavirus, come spiega Lorenzo Dagna, è lo sviluppo di una cosidetta 'tempesta infiammatoria'. Questa complicazione a livello polmonare può dar luogo a una grave polmonite con insufficienza respiratoria e possibile decesso del paziente. "I risultati ottenuti devono essere confermati da ulteriori studi - conclude l'esperto - ma sono promettenti.

Considerato inoltre che anakinra è un farmaco accessibile e immediatamente disponibile in Italia e in gran parte del mondo. Quanto da noi descritto potrebbe avere un risvolto clinico immediato: una terapia off-label sicura per attenuare la tempesta infiammatoria scatenata dal nuovo Coronavirus".

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