Aumentano di giorno in giorno i casi di Covid-19 in Italia e, con essi, la paura. Si vive oramai in un tempo sospeso, in una realtà alla quale si fa fatica ad abituarsi ma che richiede, ora più che mai, una delicata ricerca di equilibrio tra le necessità, economico-sociali da un lato e quelle sanitarie dall'altro.
A farla da padrone negli ultimi mesi, infatti, è lo spettro della precarietà, i cui effetti si riverberano inevitabilmente sullo stato psicofisico della gente. Non manca il senso di colpa di chi contagia, il timore di perdere le persone care senza nemmeno avere la possibilità di stare loro accanto, per non parlare, poi, della violenza sociale alla quale si contrappone l'impotenza del singolo.
Ma quali sono le preoccupazioni riguardo ai mesi a venire e com'è cambiato l'atteggiamento degli italiani nell'affrontare l'emergenza coronavirus? A questi quesiti ha cercato di rispondere un team di psicologi del sito Guidapsicologi.it. Il loro lavoro di analisi e revisione dati ha fornito una fotografia precisa del Bel Paese.
Il Covid-19 senza ombra di dubbio ha inciso sulle dinamiche di coppia. Quattro ricerche su dieci, riguardanti i problemi fra i partner, hanno registrato un aumento degli stessi del 136% rispetto al periodo del primo lockdown. Mentre a marzo le preoccupazioni erano legate soprattutto alle conseguenze dello stare insieme in modo ravvicinato e continuativo (si scoprivano, infatti, caratteristiche e abitudini nuove), negli ultimi tempi la situazione è cambiata.
I dubbi più comuni che tormentano ora gli italiani sono inerenti allo stato della propria relazione. Ci si interroga, dunque, su come riaccendere il desiderio sessuale, su come risolvere le problematiche di dipendenza affettiva o su come gestire partner violenti e narcisisti. Non mancano, infine, temi relativi a sospetti riguardo all'infedeltà e a infatuazioni per terze persone.
Dall'amore alla quarantena. Se con la prima ondata di Covid la preoccupazione degli italiani riguardo allo stare in casa per periodi prolungati era alta, oggi questa paura si è ridimensionata e sono altresì diminuiti del 62% i casi della cosiddetta sindrome della capanna. Questo poiché non solo la "reclusione forzata" non rappresenta più uno scenario totalmente sconosciuto, ma anche perché i limiti imposti dal nuovo decreto sono meno rigidi. Ciò, però, non deve trarre in inganno. Il malessere diffuso dell'epoca che stiamo vivendo porta con sé inevitabili conseguenze a livello psicologico e gli esperti hanno già da tempo espresso i loro timori.
Sono, infatti, aumentati del 36% i disturbi della psiche rispetto alla prima quarantena. Più nello specifico è cresciuto del 55% l'interesse verso gli attacchi di panico, del 41% nei confronti di stati di depressione, del 32% in merito a problemi di ansia, del 16% in riferimento a condizioni di stress. Le tensioni sfociano, poi, in somatizzazioni.
Sono tanti gli italiani che soffrono di problemi intestinali, di gastrite, di nausea, di emicrania, di dolori alla schiena e che cercano una soluzione non solo per il sintomo fisico, ma anche per la dimensione psicologica. Nei momenti di crisi è facile mettere in discussione il proprio valore e le proprie certezze. Il Covid, infatti, è riuscito a minare anche l'autostima.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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