Nota anche come "ormone dell'euforia", la dopamina è un neurotrasmettitore, ovvero una molecola organica appartenente alla famiglia delle catecolamine, gruppo di ormoni di cui fanno parte l'adrenalina e la noradrenalina.
I neurotrasmettitori sono sostanze chimiche che permettono ai neuroni, le cellule del sistema nervoso, di comunicare fra di loro. Risiedenti all'interno di piccole vescicole composte da un doppio strato di fosfolipidi, essi rimangono inerti fino a quando non sopraggiunge un impulso nervoso.
Oltre alla dopamina, altri importanti neurotrasmettitori sono: la serotonina, la melatonina, la glicina, la vasopressina e l'acido gamma-amminobutirrico o meglio GABA. La comunità scientifica adottò il termine "dopamina" poiché la molecola precursore da cui essa fu sintetizzata ad opera di George Barger e James Ewens, era la cosiddetta L-DOPA. L'ormone dell'euforia, che ricopre numerose funzioni, viene prodotto dai neuroni dell'area dopaminergica e, in misura minore, dalla porzione midollare delle ghiandole surrenali.
Storia della dopamina
La scoperta della dopamina è davvero curiosa. Gli studiosi, infatti, dapprima la sintetizzarono in laboratorio e solo successivamente la trovarono nei tessuti encefalici dell'essere umano. Il merito della sintesi, avvenuta nel 1910, spetta a due chimici inglesi della compagnia Wellcome di Londra, George Barger e James Ewens.
Fu solo nel 1957 che, presso i laboratori del Runwell Hospital di Londra, la ricercatrice inglese Kathleen Montagu individuò l'ormone dell'euforia nel cervello. Trascorso un anno, nel 1958, gli scienziati Arvid Carlsson e Nils-Ake Hillarp, dipendenti dei Laboratori di Farmacologia Chimica dell'Istituto Nazionale Cuore di Svezia, descrissero per la prima volta il ruolo di neurotrasmettitore ricoperto dalla dopamina. Inoltre lo stesso Avid Carlsson, per aver stabilito che questa molecola non è solo un precursore di norepinefrina e di epinefrina, ricevette anche il premio Nobel in Fisiologia o Medicina.
A cosa serve la dopamina
La dopamina ricopre ruoli molto importanti, sia a livello del sistema nervoso centrale, sia a livello del sistema nervoso periferico:
- Controllo del movimento: bassi livelli di questo ormone sono all'origine del Morbo di Parkinson. Un suo eccesso, invece, è responsabile dell'insorgenza di tic nervosi;
- Sensazione di piacere: uno dei suoi compiti più noti è proprio quello di rilasciare una seno di benessere psicofisico e di profondo appagamento;
- Memoria: essa stimola la cosiddetta "memoria del lavoro", ovvero quella parte di memoria a breve termine che consente l'immagazzinamento e l'elaborazione di dati e concetti cardine delle attività quotidiane;
- Apprendimento: alti livelli ormonali sono associati a un'elevata capacità di acquisire nuove nozioni;
- Sonno: il ritmo circadiano sonno-veglia è regolato da questo neurotrasmettitore;
- Umore: al pari della serotonina, la dopamina influisce sul tono dell'umore e determina uno stato di generale appagamento sia fisico che psichico;
- Attenzione: bassi livelli ormonali si traducono in distrazione e difficoltà di concentrazione;
- Inibizione della produzione di prolattina: in questo caso, l'ormone dell'euforia prende il nome di Pif (fattore inibente la prolattina).
Come si produce la dopamina
La biosintesi di questa molecola spetta, come già accennato, ai neuroni dell'area dopaminergica e, in misura minore, ai surreni. I neuroni dopaminergici sono cellule nervose dislocate nella Substantia nigra, nell'area tegmentale ventrale e nell'ipotalamo posteriore.
La dopamina endogena, cioè quella prodotta naturalmente dall'organismo, non può essere aumentata per via orale. L'ormone dell'euforia, infatti, non è in grado di oltrepassare la barriera emato-encefalica, che divide il sangue dal sistema nervoso centrale. Per aumentarne i livelli, dunque, serve somministrarla sotto forma di farmaco, oppure assumere sostanze che ne mimino l'azione o molecole che ne favoriscano la secrezione.
A livello farmacologico la sostanza più ampiamente utilizzata è la levodopa, amminoacido intermedio impiegato nella terapia antidepressiva.
Dopamina e musica: le sensazioni di piacere aumentano
Ascoltare musica rilascia dopamina che, a sua volta, influisce sulle sensazioni di piacere che le note regalano. Lo afferma lo studio condotto dagli scienziati dell'Université de Bourgogne Franche-Comté di Besançon e pubblicato sulla rivista "Frontiers in Neuroscience".
Il team ha sottoposto 18 soggetti (11 donne e 7 uomini) a elettroencefalogramma per collegare le reazioni alla musica alle regioni del cervello coinvolte nell'attivazione dei sistemi di percezione del piacere. Durante l'ascolto di 15 minuti di estratti di 90 secondi dei loro pezzi preferiti, sui partecipanti è stata condotta una scansione ECG ad alta densità. Durante la riproduzione dell'audio, ciascun individuo ha approfondito la sensazione piacevole derivante dalla melodia e indicato i momenti in cui provava dei brividi.
"I soggetti - afferma lo studioso Thibault Chabin - sono stati in grado di valutare con precisione i momenti in cui avrebbero sperimentato la sensazione del brivido, ma nella maggior parte dei casi abbiamo notato la stessa reazione anche in altri passaggi musicali".
Il gruppo di ricerca ha notato un'attività elettrica nella corteccia orbitofrontale, nell'area motoria supplementare e nel lobo temporale destro, zone queste deputate al rilascio di dopamina.Le belle canzoni, dunque, possono regalare emozioni.
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