Emorragia cerebrale, quali sono i sintomi?

La prognosi è estremamente variabile e dipende dall'età del paziente e dall'entità del sanguinamento

Emorragia cerebrale, quali sono i sintomi?

In Italia essa è spesso l'esito della rottura di aneurismi intracranici e di traumi. A soffrirne di più sono le donne con un tasso di mortalità che sfiora il 30%. La massima incidenza, in ambo i sessi, è nella sesta decade di vita (50-59 anni). L'emorragia cerebrale è una condizione neurologica acuta caratterizzata da una fuoriscita improvvisa di sangue all'interno del cranio. Ne consegue un versamento dello stesso nello spazio subdurale (ematoma subdurale), nel parenchima cerebrale (ematoma intraparenchimale), nelle cavità ventricolari (emorragia intraventricolare) o negli spazi subaracnoidei (emorraggia subaracnoidea). L'accumulo di sangue genera edema (gonfiore) ed ematoma che, a loro volta, possono provocare un repentino aumento della pressione all'interno del cranio e causare, quindi, danni irreversibili ai tessuti cerebrali coinvolti.

L'emorraggia cerebrale non è solo localizzata in un emisfero, ma è in grado di estendersi ad altre strutture, tra cui talamo, gangli basali, cervelletto, tronco encefalico o corteccia. Numerose sono le cause che la determinano: aneurismi o malformazioni artero-venose, trasformazione emorragica di un ictus ischemico, deposizione di sostanza amiloide a livello dei vasi sanguigni, ipertensione arteriosa. Negli individui di età inferiore ai 50 anni essa è spesso la conseguenza di un trauma cranico. Sotto la lente di ingrandimento, poi, alcune malattie ematologiche (piastrinopenia, leucemia, anemia falciforme, coagulazione intravascolare disseminata, emofilia), tumori cerebrali primitivi o metastatici, patologie del fegato e terapie con anticoagulanti.

I sintomi dell'emorragia cerebrale variano a seconda della localizzazione dell'insulto e possono comparire in maniera improvvisa o dopo diverso tempo. Alcuni soggetti entrano in coma prima dell'esordio della sintomatologia. I segni clinici tipici includono: mal di testa intenso, nausea e vomito, letargia, confusione, intorpidimento o formicolio del viso, del braccio o della gamba, convulsioni. Ancora perdita temporanea della vista, della coscienza, dell'equilibrio, delle abilità motorie fini, difficoltà a parlare e di deglutizione. Si tratta di una vera e propria emergenza medica. La pressione intracranica dovuta all'accumulo di sangue può portare al decesso. La diagnosi viene effettuata tramite l'impiego di strumenti diagnostici quali: tomografia computerizzata, risonanza magnetica, angiografia e rachicentesi.

Una volta individuata la causa dell'emorragia cerebrale, la terapia (farmacologica o chirurgica) si pone alcuni obiettivi. Innanzitutto la pressione arteriosa deve essere monitorata costantemente per evitare un'espansione del sanguinamento. Vanno poi corrette eventuali coagulopatie. In generale, in caso di emorragie lievi, si somministrano farmaci come antidolorifici, corticosteroidi, anticonvulsionanti, mannitolo. L'intervento, invece, è necessario se l'ematoma è maggiore di 3 centimetri.

A seconda della posizione del coagulo possono essere eseguite una craniotomia, un drenaggio endoscopico o un'aspirazione stereotassica. La prognosi è estremamente variabile. Tra le complicazioni più frequenti rientrano l'epilessia, i disturbi dell'umore e l'ictus. Nonostante il trattamento medico, la morte può sopraggiungere in fretta.

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