"Astenersi dal consumo di funghi raccolti se non si à assolutamente certi della loro commestibilità. Non consumare funghi in quantità abbondanti oppure crudi o non adeguatamente cotti", questi i principali consigli che gli esperti forniscono per evitare intossicazione da funghi. Il Centro Antiveleni di Pavia ha pubblicato una nota di avvertimento per prevenire i casi di avvelenamento, sempre più diffusi. E con gravi conseguenze. Numerosi i decessi o, nei casi più fortunati, i trapianti al fegato.
Tra le raccomandazioni, l'invito a sottoporre l'intera quantità di funghi raccolti ai controlli della propria Asl di riferimento, in particolare all'Ispettorato Micologico. Inoltre è importante porre molta attenzione al metodo di cottura: i funghi appartenetnti alla specie Armillaria (noti come chiodini), per esempio, andrebbero sottoposti a una prebollitura di circa 30 minuti senza coperchio.
Viene caldamente sconsigliato il consumo ai bambini piccoli e alle donne in stato di gravidanza.
Ma quali sono i primi sintomi di intossicamento? Nausea, vomito e diarrea sono segnali inequivocabili di avvelenamento.
Nel caso, bisogna recarsi subito al pronto soccorso più vicino, portando con sè i resti dei funghi incriminati. È assolutamente controindicato tentare di contrastare a casa i sintomi con farmaci antidiarroici o antiemetici perchè potrebbe ritardare l’inizio delle terapie indicate.
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