Le fastidiose vescicole provocate sulle labbra dal virus herpes simplex 1 (HSV-1), che di solito si presentano ciclicamente nel corso della vita, fino a oggi non erano mai state associate alla comparsa di malattia neurodegenerative. Ora, invece, una ricerca coordinata dal Dipartimento di Sanità pubblica e malattie infettive dell'Università di Roma La Sapienza, in collaborazione con il CNR, l'Università Cattolica del Sacro Cuore e l'IRCCS San Raffaele Pisana, suggerisce l'herpes come fattore di rischio per l'insorgenza della malattia di Alzheimer.
Lo studio, che apre la strada a nuove strategie terapeutiche e preventive, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Plos Pathogens. Il nuovo approfondimento ha messo in luce, per la prima volta, che il virus herpes simplex può contribuire all'insorgenza dell'Alzheimer e altre demenze.
In particolare, poco o nulla si sapeva dei danni che le numerose recidive di tale infezione possono generare al cervello.
Lo studio ha dimostrato (in un modello animale) che riattivazioni ripetute del virus inducono la comparsa e l'accumulo nel cervello di biomarcatori di neurodegenerazione tipici della malattia di Alzheimer, quali il peptide beta-amiloide (principale componente delle placche senili), la proteina tau iperfosforilata (che forma grovigli neurofibrillari) e neuroinfiammazione.L'accumulo di questi biomarcatori molecolari di malattia si accompagna a deficit cognitivi che diventano irreversibili con l'aumentare del numero delle riattivazioni virali.
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