Con il termine interstiziopatia si indicano un gruppo di gravi malattie polmonari caratterizzate dall'infiammazione dell'interstizio polmonare e, spesso, dalla sua sostituzione con tessuto cicatriziale. L'interstizio, il tessuto connettivo che si interpone tra gli alveoli, garantisce agli stessi il supporto di cui necessitano per gli scambi gassosi. Generalmente, nel momento in cui si verificano dei danni a livello dell'interstizio polmonare, l'organismo innesca un sistema riparativo adeguato a riparare le lesioni. Talvolta esso non funziona in maniera adeguata ed ecco che insorge l'interstiziopatia con conseguente peggioramento della funzione alveolare.
Diverse sono le cause in grado di determinare questa condizione. Innanzitutto la lunga esposizione a sostanze tossiche e inquinanti (polvere di silice, fibre di amianto, polvere di grano, sterco di uccelli). Sotto la lente di ingrandimento anche la radioterapia, la cui pericolosità varia in base alla durata, alla quantità, alla coesistenza di chemioterapia e di altri problemi polmonari. Si è a lungo discusso circa la tossicità di certi farmaci, tra cui: chemioterapici, antiaritmici e antibiotici. L'interstiziopatia potrebbe, altresì, essere la conseguenza di una malattia autoimmune (lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sclerodermia, sarcoidosi). Infine, alla base di un'alterazione dell'interstizio polmonare, sono contemplate alcune infezioni virali, batteriche o fungine.
Esistono poi diversi casi di interstiziopatia idiopatici per i quali, come dice la parola stessa, è impossibile risalire ad una causa. Tra questi sono compresi: la fibrosi polmonare idiopatica, la sindrome da antisintetasi e la sindrome di Hamman-Rich. L'analisi di numerosi episodi clinici ha permesso agli studiosi di stilare un elenco dei possibili fattori di rischio della patologia. Primi fra tutti il fumo di sigaretta e l'esposizione ad inquinanti e sostante tossiche durante l'attività lavorativa. La malattia sembra prediligere i soggetti adulti, coloro che soffrono di reflusso gastroesofageo, i pazienti sottoposti a radioterapia/chemioterapia e ad ossigenoterapia se prolungata e a dosi errate.
Il sintomo più comune dell'interstiziopatia è la dispnea, ovvero la sensazione di mancanza del respiro. Solitamente questo disturbo, lieve agli esordi, peggiora con il tempo fino a rendere invalidante la vita quotidiana del paziente. Meno frequente della dispnea, ma non per questo assente, è la tosse secca. Se non affrontata per tempo, la patologia può dar luogo a complicazioni gravi. Una fra queste è l'ipertensione polmonare.
L'incremento pressorio all'interno delle arterie dei polmoni dipende dalla compressione che il tessuto cicatriziale esercita sugli alveoli e sui piccoli vasi alveolari. Altra conseguenza, spesso fatale, è il cuore polmonare. Può, infine, insorgere l'insufficienza respiratoria, ovvero un severo stato morboso in presenza del quale l'ossigenazione del sangue è molto scarsa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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