Con il termine inquinamento atmosferico si intende l'introduzione nell'atmosfera di sostanze chimiche, polveri o materiali biologici. Nel maggio 2015 la World Health Assembly ha riconosciuto l'inquinamento atmosferico come uno dei maggiori problemi di salute pubblica mondiali. Una morte ogni nove è dovuta a patologie correlate a questo fenomeno, di esse ben 3 milioni vengono attribuite all'inquinamento esterno o altrimenti definito outdoor. La contaminazione dell'aria interessa tutte le aree del mondo e per contrastare tale problematica è necessario comprendere quali siano le cause che la determinano e come i contaminanti vengano trasportati e trasformati nell'atmosfera. Un significativo contributo deriva dalle diverse fonti di emissione che variano a seconda degli stili di vita regionali e locali. In termini di quantità di sostanze rilasciate l'inquinamento esterno provoca impatti maggiori non solo sulla salute umana, ma anche su quella degli animali e dei vegetali.
Gli agenti inquinanti si dividono in primari e secondari. I primi sono quelli che vengono emessi direttamente, come il monossido di carbonio frutto della combustione. I secondi, invece, si formano nell'atmosfera a seguito di reazioni tra le altre sostanze già presenti. Un tipico esempio è l'ozono derivante dalla reazione del diossido di azoto e di alcuni composti organici volatili con i raggi ultravioletti. L'esposizione a tali inquinanti è stata associata ad un'ampia varietà di effetti dannosi per la salute, in particolare a carico dell'apparato respiratorio e di quello cardiovascolare. Le malattie che interessano il cuore e l'infarto sono la più comune causa di morte prematura attribuibile alla contaminazione dell'aria (80% dei casi). Seguono le patologie polmonari e il cancro. Inoltre la frequenza dei mali associati a questo fenomeno è inversamente proporzionale alla gravità degli stessi. Ciò significa che in caso di esposizione la percentuale di persone colpite da disturbi meno gravi è più elevata rispetto a quella dei soggetti affetti da manifestazioni più severe.
Secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica Jama Network l'inquinamento atmosferico influenza la salute delle ossa e aumenta il rischio di osteoporosi. I ricercatori del ISGloblal (Instituto de Salud Global de Barcelona) hanno valutato per tre anni le conseguenze dell'esposizione agli inquinanti sulla salute delle ossa di 3.717 individui di età compresa fra i 34 e i 37 anni residenti nel sud dell'India, uno dei Paesi con la peggiore qualità dell'aria al mondo. È emerso che l'inquinamento è in grado di aumentare lo stress ossidativo e l'infiammazione dell'organismo con conseguenze anche sull'apparato scheletrico. L'inalazione di particelle di PM2.5 ha infatti un effetto deleterio sulla mineralizzazione e sui livelli di vitamina D. Al contempo agisce sulla densità ossea facendola diminuire. Di conseguenza le ossa diventano più porose e maggiormente esposte a fratture.
Tuttavia, poiché la ricerca è stata effettuata solo sulla popolazione indiana, e dato che la massa ossea dipende da innumerevoli fattori, sono indispensabili ulteriori indagini che coinvolgano partecipanti di altre zone della terra per capire se l'effetto dell'inquinamento atmosferico è lo stesso per tutte le etnie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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