Sì è spesso detto in queste settimane di lockdown che l'assenza di traffico e delle automobili per strada avrebbe quantomeno ripulito l'aria che respiriamo per un po', soprattutto nelle città del nord. È infatti noto che sono diminuiti i livelli di inquinamento atmosferico e di Co2 in decine di città e regioni del pianeta, in primis in Cina e Italia del Nord. Le immagini satellitari della Nasa e dell'Esa, l'Agenzia spaziale europea, hanno mostrato nei giorni scorsi una drastica riduzione delle emissioni di biossido di azoto. I sensori Tropomi (Tropospheric Monitoring Instrument) a bordo del satellite hanno rilevato il progressivo ridursi della nube rossa. Se si guardano bene le immagini, anche nei grandi agglomerati urbani come Roma e Napoli, il "rosso" dell'inquinamento è sparito dalle mappe. Le aree con aria ancora più pulita sono quelle del basso versante adriatico (soprattutto la Puglia) e la Sicilia.
La nostra è dunque più pulita? Nì. Nonostante le nostre città siano deserte, cioè che il satellite non vede sono le polvere sottili (Pm10), che sembrano infischiarsene dell'assenza delle automobili e continuano a circolare nell'aria come se nulla fosse. Come riporta La Verità in edicola, infatti, dal 16 al 20 marzo le Arpa (le aziende regionali per la protezione ambientale) negli indici della qualità dell'aria hanno continuato a registrarle sui cieli di Piemonte, Lombardia e Veneto pericolosamente vicine al limite di legge dei 50 microgrammi per metro cubo. A determinare la presenza di Pm10 in queste settimane di lockdown l'assenza dei venti e il ristagno d'aria.
Un dato che ha stupito anche Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana. "Mi sarei aspettato il crollo o una forte diminuzione del particolato, visto che ce ne stiamo tutti a casa" spiega a La Verità. Invece non è andata affatto così. "In questi giorni le polveri sottili ugualmente si sono avvicinate al limite, superato il quale sono ritenuti certi i danni per la salute. In base alle normative sono tollerati 35 giorni di sforamento all'anno, poi è obbligatorio il divieto di circolazione ai mezzi privati". Secondo l'Arpa del Veneto, "con ogni probabilità abbiamo sopravvalutato il traffico come fonte delle polveri sottili". Ergo, in questo senso le domeniche senz'auto potrebbero essere del tutto inefficaci nel frenare la presenza di Pm10, che dipende molto dai venti.
Curiosità, nonostante il lockdown, la presenza del particolato è particolarmente importante nelle zone di Milano, Cremona, Pavia, Brescia, Mantova, proprio dove ha colpito di più la pandemia da Covid-19, anche se sulla eventuale correlazione tra i due eventi gli scienziati sono divisi. "L'ipotesi è stata smentita dalla Società italiana degli aerosol" spiega Mercalli. Ciò nonostante, come ha spiegato Andrea Muratore su Inside Over, uno studio internazionale guidato dall’Università “La Sapienza” di Roma aveva segnalato la correlazione tra la crescita delle epidemie su scala globale, inclusa quella attualmente in corso, e lo "sviluppo insostenibile" che ha stravolto il rapporto tra uomo e ambiente.
Nei giorni scorsi, invece, uno studio della Società italiana di medicina ambientale (Sima) insieme alle Università di Bari e di Bologna, che hanno esaminato i dati pubblicati sui siti delle Arpa (Agenzie regionali per la protezione ambientale) ha presentato dei dati che evidenzierebbero un nesso tra gli elevati quantitativi di inquinamento della Pianura Padana e il boom dei contagi che sta caratterizzando attualmente la Lombardia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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