Colpisce soprattutto le donne, con un rapporto maschi/femmine di 1:5-10. Nonostante possa manifestarsi a qualsiasi età, è più frequente nel terzo-quarto decennio della vita e oltre i sessant'anni. Il morbo di Basedow, noto anche come gozzo tossico diffuso (ovvero aumento uniforme del volume tiroideo con assenza di formazioni nodulari) o morbo di Graves, è la più comune causa di ipertiroidismo a livello mondiale. Per ipertiroidismo si intende una forma clinica caratterizzata da un'eccessiva produzione di ormoni tiroidei con conseguenti alterazioni metaboliche e a carico del cuore e del sistema nervoso per il soggetto che ne è affetto. L'incidenza media del morbo di Basedow si aggira tra l'1,5% e il 3% della popolazione. Questa percentuale, tuttavia, è soggetta ad ampie variazioni geografiche.
Non si conoscono ancora con precisione le cause della patologia, si sa solo che la sua insorgenza è su base autoimmune ed è, altresì, influenzata da una componente genetica ed ereditaria. Nel siero dei pazienti si ritrovano anticorpi anomali diretti contro il recettore del TSH, ovvero l'ormone ipofisario che stimola la sintesi degli ormoni della tiroide. Il legame cronico di questi anticorpi con il TSH va a stimolare l'attività ghiandolare. Ne consegue, quindi, una tireotossicosi da iperattivazione funzionale tiroidea. Aumenta la circolazione degli ormoni FT4 ed FT3, mentre il TSH subisce un blocco. Non è chiara la motivazione di questo attacco anticorpale.
Il morbo di Basedow inizialmente si manifesta con sintomi sfumati, la cui natura non si riconosce nell'immediato. I primi segni clinici a comparire sono soprattutto i disturbi della sfera psichica. L'individuo può, dunque, lamentare ansietà, depressione, difficoltà di addormentamento, tremori, facile affaticabilità mentale, eccessiva emotività, irritabilità e tendenza alla preoccupazione per motivi irrilevanti o assenti. A malattia conclamata, la sintomatologia sarà più ampia e comprenderà: debolezza, intolleranza al caldo, tachicardia, aritmia, amenorrea, fiato corto, onicolisi, frequenti episodi diarroici, tremori alle mani e aumento di peso. Tipico della patologia è il cosiddetto esoftalmo, una condizione in cui gli occhi protrudono all'infuori. Frequente, poi, la comparsa del gozzo.
La cura del morbo di Basedow si pone l'obiettivo di ridurre la quantità di ormoni tiroidei circolanti. A tal fine vengono impiegati le tionamidi, farmaci tireostatici con azione immunosoppressiva: metimazolo, propiltiouracile, propanolo e carbonato di litio. La terapia farmacologica, a dosi gradualmente decrescenti, deve essere calibrata su ogni singolo paziente in base all'aggressività della malattia e protratta sino alla remissione dell'ipertiroidismo (6-24 mesi).
Se i medicinali non sortiscono l'effetto sperato o qualora gli effetti collaterali siano pesanti, si può prendere in considerazione la possibilità di asportare chirurgicamente buona parte della ghiandola o di trattarla con iodio radioattivo. In entrambi i casi vi è il rischio di recidiva e di sviluppare un ipotiroidismo cronico.
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