Papilloma Virus, il vaccino riduce i tempi di guarigione

L'importante scoperta dell'uso terapeutico del vaccino è l'esito di uno studio condotto dai ricercatori dell'Unità di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova

Papilloma Virus, il vaccino riduce i tempi di guarigione

L'infezione da Papilloma Virus Umano (Hpv, Human Papilloma Virus) è assai diffusa e viene trasmessa principalmente per via sessuale. Nella maggior parte dei casi è transitoria e asintomatica o si manifesta mediante lesioni benigne della cute e delle mucose. Tuttavia, quando il sistema immunitario non riesce a debellare il virus in maniera rapida, l'Hpv può causare l'insorgenza del tumore della cervice uterina, ma anche di altre neoplasie in sede genitale (vagina, vulva, pene, ano) ed extragenitale (faringe, laringe, cavità orale).

Attualmente sono stati identificati 120 ceppi di Papilloma Virus, tutti distinti in base al rischio di evoluzione cancerosa. Dei 12 ceppi classificati, due (Hpv 16 e 18) sono responsabili dell'insorgenza del cancro. I ceppi a basso rischio, diversamente, provocano lesioni genitali che raramente diventano maligne. In caso di infezione cronica, in linea di massima, il tumore si sviluppa nell'arco di 7-15 anni dal contagio, con ripercussioni legate alla tipologia del ceppo virale con il quale si è entrati in contatto.

Una speranza sul fronte terapeutico giunge da una ricerca pubblicata sulla rivista "Vaccines" e condotta dal team di ricercatori dell'Unità di Andrologia e Medicina della Riproduzione dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova diretta da Carlo Foresta. Lo studio ha dimostrato l'efficacia terapautica del vaccino anti Papilloma Virus nel ridurre i tempi di guarigione nei soggetti già infetti. Ricordiamo che oggi il vaccino viene utilizzato esclusivamente per prevenire l'insorgenza dei tumori orofaringei e delle neoplasie genitali femminili e maschili, indotti da ceppi di Hpv ad alto rischio.

All'indagine hanno partecipato 379 uomini positivi al Papilloma Virus. Gli scienziati, guidati da Carlo Foresta e coordinati da Andrea Garolla e Luca de Toni, hanno dimostrato che il vaccino anti-Hpv si associa ad una completa eliminazione virale nell'86% dei casi. Dall'analisi delle differenza tra guariti e non guariti è emerso che questi ultimi, pur producendo anticorpi anti Papilloma Virus, presentavano un tasso anticorpale sette volte più basso rispetto ai guariti.

Questi dati sottolineano, dunque, quanto la risposta immunitaria individuale sia un fattore importante per l'efficacia del vaccino e come il dosaggio del titolo di anticorpi anti Papilloma Virus rappresenti uno strumento utile per migliorare la risposta al trattamento. Il vaccino anti-Hpv può davvero essere una strategia terapeutica (unica al momento) per eliminare l'infezione nelle coppie infertili e negli individui che rischiano di sviluppare neoplasie Hpv correlate.

L'infezione da Papilloma Virus si contrae principalmente per via sessuale, anche senza penetrazione, quindi solo attraverso contatti genitali.

I fattori di rischio più importanti, includono la giovane età, il numero dei partner sessuali e la frequenza dei rapporti. Tra i fattori secondari, responsabili in particolar modo dell'insorgenza del tumore della cervice uterina, rientrano l'abuso di droghe e alcol, il fumo di sigaretta, l'uso protratto nel tempo di contraccettivi orali.

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