Con l’arrivo dell’autunno e della primavera sono frequenti le infestazioni di pidocchi.
Questi ultimi sono insetti molto piccoli che si riproducono rapidamente e si nutrono pungendo il cuoio capelluto dei malcapitati, dopo essersi attaccati con le proprie zampe uncinate ai loro capelli. In genere si diffondono rapidamente in ambienti ristretti, come quello delle classi scolastiche o delle famiglie di chi è stato colpito. E’ importante quindi riconoscere per tempo la presenza del parassita e ricorrere ai dovuti trattamenti.
E’ bene ricordare che i pidocchi non rappresentano un pericolo per la salute, ma sono fastidiosi ospiti. Non bisogna quindi affrontare con timore il parassita, ma armarsi di pazienza per riuscire a riconoscerlo ed eliminarlo.
Cosa sono
I pidocchi sono parassiti specifici dell’uomo che si nutrono di sangue. Contrariamente a quanto si credeva in passato, non sono in grado di volare né di saltare, perciò il contagio avviene per contatto diretto o indiretto con l’insetto. Si possono contrarre quindi se avviene un contatto con la capigliatura di chi ne è affetto, o con oggetti su cui si è depositato il parassita (come spazzole, pettini, cappelli, fermagli, sciarpe, federe, lenzuola, asciugamani, poggiatesta, poltrone, copridivani…)
Come riconoscerli
E’ molto difficile scovare l’esordio di un’infestazione su di una capigliatura. L’insetto adulto ha infatti dimensioni ridotte (3 mm circa, le dimensioni di un seme di sesamo) mentre le sue uova, chiamate “lendini”, sono ancora più piccole ( 0,3- 0,8 mm). Queste ultime vengono attaccate alla radice del capello con una colla naturale, difficilissima da sciogliere, e sono di forma allungata e traslucide. I parassiti in genere si collocano nelle zone della nuca, dietro le orecchie e talvolta alla radice della frangia.
Spesso ci si accorge del parassita quando ormai l’infestazione è ad uno stato avanzato. Agli esordi infatti è spesso del tutto asintomatica la sua presenza. Solo nel corso del tempo, ad infestazione conclamata, si soffre di un forte prurito, causato da una reazione allergica alla saliva dell'insetto. Pertanto nel periodo di tempo in cui il soggetto colpito non si accorge di avere i pidocchi è facile che li trasmetta a chi lo circonda.
Fra gli altri segnali che possono indicare l’infestazione vi è la presenza di una polvere nera o grigiastra sul cuscino (cioè gli escrementi prodotti dal parassita).
Se si vogliono cercare le uova sul cuoio capelluto si avrà bisogno di una lente di ingrandimento e si dovrà osservare ad una distanza massima di 1,5 cm dalla pelle. Le lendini vivono infatti solo entro tale distanza dalla testa. Bisogna però stare all’occhio: le uova possono essere confuse con la forfora. Per comprendere la differenza basta cercare di eliminarle dal capello con una piccola scossa. La forfora cadrà mentre l’uovo di pidocchio resterà saldamente incollato al fusto.
Come eliminarli
Se si ha il sospetto di avere dei pidocchi sul capo è bene rivolgersi al pediatra o al proprio medico per farsi prescrivere la terapia più idonea.
Generalmente quando si individua l’infestazione i passi da seguire sono:
- Informare la scuola dell’infestazione, in modo da poter arrestare la diffusione del parassita il prima possibile. Controllare tutti i membri della famiglia ed avvisare immediatamente le persone con cui è stato a contatto il soggetto colpito (gli adulti non sono esenti).
- Utilizzare sui capelli un prodotto antiparassitario specifico. Ne esistono numerosi in commercio, dai meccanismi d’azione differenti e dalle formulazioni varie (gel, creme, mousse, olii). I più efficaci sono quelli che hanno la permetrina come principio attivo, capace di uccidere sia i pidocchi che le uova. Un trattamento di seconda scelta, da utilizzare solo nei casi in cui si sospetta una resistenza alla permetrina o alle piretrine, è il malathion, un antiparassitario organofosforico rapidamente attivo contro pidocchi e lendini. In alternativa sono disponibili anche le piretrine naturali, antiparassitari che tuttavia non uccidono le uova e necessitano di applicazioni ripetute a distanza di 7-8 giorni.
- Dopo il trattamento, rimuovere le uova con un pettinino reperibile in farmacia a denti molto fitti. Un pettine normale non basta, perché con uno spazio superiore a 0,3 mm tra un dente e l’altro il pettine non è in grado di sradicare le minuscole lendini. Meglio scegliere pettini in acciaio, poiché la plastica tende a deformarsi.
- Il trattamento deve essere effettuato in contemporanea su tutta la famiglia: se il bambino viene trattato subito e il resto della famiglia 24 ore dopo, tutto il processo può risultare inefficace. In generale si consiglia sempre un secondo trattamento a distanza di una settimana per essere certi di eliminare anche i pidocchi generati dalle uova sfuggite al primo trattamento.
- Fondamentale disinfestare le lenzuola, abiti e qualunque tessuto o oggetto entrato in contatto con i pidocchi con acqua a 60°C e un detersivo normale o a secco (in particolare i cappelli). I pidocchi e le uova infatti non sopravvivono a temperatura superiore ai 55°C per più di cinque minuti.
- I tessuti che non possono essere lavati a 60°C devono essere lasciati all'aria aperta per almeno 48 ore. I pidocchi, infatti, non sopravvivono per più di due giorni lontani dal cuoio capelluto, mentre le loro uova fino ad un massimo di 10 giorni. Per lo stesso motivo si devono conservare gli oggetti o i giocattoli venuti a contatto con la persona infestata in un sacchetto di plastica ben chiuso per 2 settimane.
- Bisogna ricordarsi di lavare e disinfestare accuratamente pettini, spazzole e fermagli, immergendoli in acqua molto calda per 10-20 minuti
Con questi accorgimenti eliminerete le odiate bestiole e potrete tornare alla vostra quotidianità.
Prevenzione:
L’unico vero strumento di prevenzione è il controllo: è buona abitudine ispezionare il cuoio capelluto dei propri figli almeno una volta settimana, soprattutto nelle
zone più a rischio (dietro le orecchie, sulla nuca e sulle tempie). Usare i prodotti antiparassitari a scopo preventivo non garantisce la protezione dall'infestazione; si tratta di una pratica inutile e dannosa.Miti da sfatare:
- L’infestazione dei pidocchi NON dipende dalla pulizia del soggetto. Gli insetti infestano qualunque tipo di capigliatura
- Una diceria vuole che i capelli tinti siano immuni dal contagio. Non è così; i pidocchi non fanno distinzione fra capigliature da parrucchiere o naturali.
- Gli animali domestici e le piante non rappresentano una fonte di trasmissione per l'uomo, così come i pidocchi umani non vengono trasmessi agli animali o ai vegetali.
- I pidocchi del capo non trasmettono malattie infettive.
- I pidocchi non causano lesioni ed escoriazioni; spesso sono i soggetti che ne sono colpiti che, a causa del forte prurito, si provocano involontariamente graffi alla testa grattandosi con vigore.
- Impacchi con maionese o aceto non sono in grado di eliminare i pidocchi o le uova. Tuttavia l'eliminazione delle uova è facilitata se si bagna la capigliatura con una soluzione al 50% in acqua di aceto, perché diminuisce l'adesione delle uova al capello
Fonte Ministero della Salute
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