"Conoscevo le squadre più importanti: Inter, Milan, Juventus e Roma. Sono andato su Google a vedere che squadra fosse la Sampdoria e che città rappresentasse. Era importante, in rosa c’erano due giocatori come Cassano e Pazzini. Mi sentivo gasato. Faceva un freddo esagerato, non ero abituato. Non facevo vita sociale, come unico svago dopo gli allenamenti andavo a pescare al porto con mio padre: una canna in carbonio super leggera, pesi per la pesca a fondo, una serie infinita di galleggianti". Mauro Icardi racconta così nelle pagine dell'autobiografia Sempre avanti il suo tracorso nella Sampdoria.
Al Marassi poi ci tornò da avversario il 13 aprile 20014 e non fu piacevole. "Mi hanno fischiato per l’intera durata del partita, urlandomi di tutto. “Tra-di-to-re” era il coro che andava per la maggiore. Dalla panchina un mio ex compagno ha lanciato un’offesa ai danni di mia madre, ma non gli ho dato soddisfazione. I tifosi sembravano essersi dimenticati che era stata la società a vendermi, per incassare i 13 milioni del mio cartellino.
Dopo il primo gol che ho segnato proprio sotto la curva dei tifosi blucerchiati (vi lascio immaginare la loro esplosione di rabbia) mi sono girato verso di loro, facendo segno di gridare più forte. Loro stavano già urlando a squarciagola, ma così li ho fatti incazzare ancora di più".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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