Con il termine scompenso cardiaco (o insufficienza cardiaca) si indica una grave condizione consistente nell'incapacità del cuore di pompare il sangue in maniera sufficiente e con la giusta pressione. Chi ne è affetto presenta un miocardio debole o troppo rigido, di conseguenza i vari organi e tessuti del corpo non ricevono l'ossigeno necessario al loro corretto funzionamento. I cardiologi individuano quattro tipologie di scompenso cardiaco: sinistro, destro, sistolico e diastolico. Con il primo si indica l'inefficienza del ventricolo sinistro di pompare sangue nell'aorta. Esso, dunque, refluendo verso i polmoni, causa dispnea ed edema polmonare. Nel secondo, invece, il ventricolo destro non è in grado di incanalare in maniera adeguata il sangue nelle arterie polmonari e spesso è il risultato di una malattie delle stesse. Tipico degli uomini, nel terzo il miocardio perde la sua capacità di contrarsi in quanto più debole del normale o perché le sue cavità sono patologicamente dilatate. L'ultimo, infine, diffuso fra le donne, è caratterizzato da una particolare rigidità del cuore che non gli consente di espandersi per accogliere il sangue.
Essendo numerose, le cause dello scompenso cardiaco sono state suddivise in tre grandi categorie: alterazioni meccaniche, malattie del miocardio, disfunzioni elettrofisiologiche. Le alterazioni meccaniche includono: ipertensione, stenosi e insufficienza valvolare, pericardite, tamponamento cardiaco, aneurisma ventricolare, shunt cardiaci o extracardiaci. Le patologie che possono scatenare il disturbo sono: cardiomiopatia dilatativa e ipertrofica, miocardite, infarto, ipotiroidismo, ipertiroidismo, diabete. Da non sottovalutare, poi, l'assunzione di alcuni farmaci, tra cui i chemioterapici. Varie, infine, le difunzioni elettrofisiologiche: asistolia, fibrillazione atriale, tachicardia e fibrillazione ventricolare. Esistono fattori di rischio in grado di favorire la comparsa dello scompenso cardiaco: sedentarietà, sovrappeso, obesità, dieta ricca di sale, fumo di sigaretta. Ancora abuso di alcol, ipercolesterolemia, anemia, enfisema polmonare.
I sintomi dello scompenso cardiaco sono aspecifici. Ciò significa che essi possono essere ascrivibili ad altre condizioni cardiache e/o polmonari. In genere il disturbo si manifesta con dispnea, stanchezza, edema agli arti inferiori, tosse persistente, tachicardia, polso irregolare. Ancora protrusione più o meno marcata delle vene del collo, calo dell'appetito e conseguente perdita di peso. La dispnea, che tende a peggiorare durante l'attività fisica o in posizione distesa, rende disturbato il sonno notturno.
L'edema agli arti inferiori, in particolare quello alle caviglie, è meno grave al mattino, ma tende a peggiorare nel corso della giornata. In assenza di trattamenti adeguati, lo scompenso cardiaco peggiora gradualmente fino a pregiudicare la qualità della vita del paziente o a condurlo al decesso.
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