Quando si parla di cuore infranto o spezzato ci si riferisce spesso a una condizione psicologica derivante da eventi emotivamente scioccanti, ma la sindrome da crepacuore è una malattia che esiste davvero: è la cardiomiopatia di Takotsubo. Scoperta e dimostrata nel 1991 da alcuni ricercatori giapponesi, ecco le sue caratteristiche, chi colpisce e quali sono i sintomi comuni di questa condizione, che può anche portare al decesso.
Coinvolge molto più spesso le donne che gli uomini, soprattutto dopo la menopausa, e può essere pericolosa come l'infarto. Si ipotizza infatti che sia legata in qualche modo alla carenza di estrogeni che il corpo naturalmente ha quando termina definitivamente il ciclo sessuale. Secondo quanto esplicato da Paolo Camici, Professore Ordinario di Cardiologia, dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, la sintomatologia è la stessa dell'infarto: dolore al petto e affanno improvviso, e un elettrocardiogramma che presenta alterazioni simili.
Le cause scatenanti possono essere diverse, ma tutte correlate a situazioni di forte stress emotivo o fisico che l'individuo non sa gestire o a cui non riesce a reagire. Come funziona: "Comporta un’attivazione della corteccia cerebrale e del nostro sistema nervoso autonomo, in particolare della branca simpatica. Vengono liberati cortisolo e altri particolari ormoni chiamati catecolamine. Sono proprio le catecolamine che, liberate in quantità 100 volte superiori ai valori normali, hanno un effetto tossico sul muscolo cardiaco e danno al ventricolo sinistro questo tipico aspetto a pallone che si evidenzia nella sindrome di Takotsubo", spiega Camici sulle pagine di Pensa alla Salute.
Tempo fa si pensava che la sindrome da crepacuore fosse benigna ma in realtà non lo è: anzi pare che abbia un tasso di
mortalità simile a quello di un infarto tradizionale. "Come per l’infarto, la sindrome di Takotsubo comporta una prognosi negativa con una mortalità del 4-5% nella fase acuta", conclude il professore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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