Nei prossimi anni, due per la precisione, sarà possibile il trapianto di testa (o di corpo, dipende dai punti di vista). Sembra fantascienza – e forse al momento lo è – ma è il futuro prossimo della medicina.
A teorizzare la rivoluzione, che salverebbe e cambierebbe milioni di vite di malati e disabili, è un italiano. Sergio Canavero, neurochirurgo di Torino, ne è certo: tra due anni il trapianto integrale sarà realtà. Per molti è un genio, un visionario, per altri un folle che insegue il mito di Frankenstein.
Il sogno, presentato dalla rivista New Scientist, si chiama anastomosi cerebro somatica e non è nuovo. Insegue, infatti, quanto fatto nel secolo scorso dal sovietico Vladimir e dall’americano Robert White. Gli esperimenti di Demikhov (datati 1954) sui cani fallirono miseramente e poco meglio fece White nel 1970 con una scimmia: l’animale, capace di respirare solo artificialmente, rimase paralizzato e morì dopo nove giorni poiché l’organismo rigettò la testa. Ma Canavero, oggi, è sicuro di riuscirci con una percentuale di successo del 95%: “Penso che ora siamo a un punto in cui gli aspetti tecnici ci permettano tale operazione” . Insomma, la fusione del midollo spinale ed evitare che il sistema immunitario rigetti l’innesto sono ormai problemi superabili.
Una tesi controversa che non convince troppo i colleghi. Per esempio Harry Goldsmith, professore di chirurgia neurologica dell’Università della California, che si dice dubbioso: “La possibilità che ciò accada è molto improbabile; non credo che potrà mai funzionare: ci sono troppi ostacoli nella procedura”. William Matthews, presidente dell’American Academy of Neurological and Orthopaedic Surgeons non boccia Canavero, ma le tempistiche: “Penso che si possa fare, ma nel lontano futuro”.
Ecco, in sintesi, la procedura dell’operazione, lunga ben 36 ore. Le temperatura corporea del donatore e del ricevente deve essere la stessa: 10-15 gradi, ovvero in ipotermia. Al che, si procede all’unisono alla rimozione delle due teste. Da questo momento si avrà un’ora di tempo a disposizione per trapiantare l’innesto e riconnettere, anzitutto, il midollo. Poi sarà la volta dei muscoli, dei vasi sanguinei e a far da collante sarà compito di una molecola, il gligole polietilenico. Al resto ci penserà il cervello, che darà gli impulsi necessari alla vita. Il paziente verrà quindi tenuto in coma farmacologico per un mese e sottoposto a scosse elettriche per stimolare il midollo.
Al suo risveglio, sarà tutto normale.Ne sapremo di più a giugno, quando il dottor Canavero presenterà la sua rivoluzione negli States, in occasione dell’American Academy of Neurological and Orthopaedic Surgeons ad Annapolis, nel Maryland.
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