Sarà che noi italiani siamo specialisti dei maxi concorsi per trovare un posto di lavoro: sta di fatto che il risultato ottenuto nella prima selezione per astronauti da 17 anni a questa parte fa davvero onore all'Italia. Su sei «uomini dello spazio» che hanno passato tutte le prove, due sono italiani. E c'è anche una donna: Samantha Cristoforetti, 32 anni, sarà la prima a entrare nel corpo dell'Agenzia spaziale europea. Con lei ce l'ha fatta anche Luca Salvo Parmitano, 33 anni, entrambi sono piloti dell'Aeronautica Militare. L'annuncio dei sei vincitori, tra cui oltre ai due italiani figurano il tedesco Alexander Gerst, il danese Andreas Mogensen, l'inglese Timothy Peake e il francese Thomas Pesquet, è stato dato da Jean-Jacques Dordain, direttore generale dell'Esa a Parigi.
L'Agenzia spaziale italiana sprizza soddisfazione: la corsa italiana allo spazio che ha conosciuto tanti stop ma anche dato parecchie soddisfazioni, ora è affidata a due giovani piloti. E più che soddisfatta è Samantha Cristoforetti che, con gli occhi brillano, ha parlato di «sogno di una vita» che si avvera.
Prima di lei soltanto un'altra donna ha fatto parte degli astronauti dell'Esa, la francese Claudie Andre-Deshays, mentre la belga Marianne Merchez era stata selezionata all'inizio degli anni '90 ma non ha mai volato per restare accanto al marito, l'astronauta italiano Maurizio Cheli. Oggi Samantha è l'unica donna fra i 14 astronauti dell'Esa, ma quando le chiedono: «che cosa prova per questo?», risponde: «Da oggi sono un'astronauta dell'Esa, che io sia una donna è un aspetto personale. Non so se questo abbia o meno un significato più ampio per la figura femminile in Italia o in Europa, non sta a me muovermi in funzione di questo».
Della sua vita privata preferisce non parlare: non è sposata, ma nulla di più. Invece parla, e con tantissimo entusiasmo del suo sogno di volare: «Sono appassionata del volo e sono cresciuta sognando l'esplorazione dello spazio. È il mio sogno di bambina». Finora l'ha realizzato arruolandosi nell'Aeronautica: è stata una delle prime donne a diventare militare ed è tenente pilota di caccia AM-X e AM-XT in servizio presso il 32.mo Stormo di Amendola (Foggia). Il suo curriculum è ricchissimo, con una laurea in Ingegneria meccanica conseguita presso l'università tedesca di Monaco e un'altra, nel 2005, in Scienze aeronautiche all'Accademia Aeronautica di Pozzuoli. Parla correntemente tedesco, inglese e francese e ha una buona conoscenza del russo. «Il mio è un buon curriculum - ammette - ma sono stata anche molto fortunata, perché durante la selezione ho conosciuto tante persone molto in gamba e con altrettanta esperienza».
Minuta, capelli corti, occhi castani, è felice di indossare la maglia degli astronauti con il logo dell'Esa: mille volte meglio di un capo firmato, «non ho grandi rapporti con la moda», spiega. È nata a Milano il 26 aprile 1977, ma è sempre vissuta a Malè, in provincia di Trento, paese di origine della sua famiglia. Lì vivono i genitori e un fratello poco più piccolo di lei. Le piace leggere, mentre non ama affatto la televisione, «tanto che quella che avevo l'ho portata a casa dei miei». Ama invece ballare, «soprattutto danza latinoamericana». E poi ci sono i suoi numerosi hobby, come la subacquea e l'apnea, lo yoga, e le attività delle sue montagne, come lo, sci, la speleologia e la mountain bike. Anche cinema e letteratura occupano un posto speciale nel suo tempo libero, soprattutto con la fantascienza: «Sono una grande fan di Star Trek». Forse la passione per lo spazio è cominciata da lì, o forse quando aveva 15 anni e faceva volare la fantasia guardando le passeggiate spaziali della prima missione per riparare il telescopio Hubble.
E adesso che il suo sogno si è realizzato, che cosa consiglierebbe a un bambino che vuole fare l'astronauta? «Gli direi che la cosa più importante è sognare, e poi di scegliere lavori che siano compatibili, in modo da tenere vivo il sogno, perchè non si sa mai quando arriva l'occasione per trasformarlo in realtà».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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