"Nelle Regioni rosse c'è più sanita privata". Fontana zittisce le bufale della sinistra

Il governatore della Lombardia Attilio Fontana risponde con i dati agli attacchi sugli accreditamenti

"Nelle Regioni rosse c'è più sanita privata". Fontana zittisce le bufale della sinistra

«La presenza della sanità privata è un'ossessione che hanno a sinistra»: parola del presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ricandidato dal centrodestra alle Regionali, ai microfoni di Mattino5. Ossessione peraltro non comprovata dai fatti, come dimostra «un'indagine da cui emerge come sei Regioni hanno più sanità privata della Lombardia - spiega il governatore - tre sono governate dal centrosinistra come il Lazio, la Campania e l'Emilia-Romagna che ha più letti accreditati al privato di noi». I numeri parlano chiaro: se la Lombardia ha indice 3 come rapporto tra il numero dei posti letto pubblici per mille abitanti e 0,8 per quelli privati (dati del Ministero della Salute 2019), nell' Emilia Romagna guidata da Stefano Bonaccini, lo stesso indice 3 vale per i letti pubblici rapportati alla popolazione (per mille abitanti), ma sale a 0,9 per quelli privati. Così il Lazio governato fino a novembre da Nicola Zingaretti che ha un indice di 2,7 come rapporto tra letti pubblici e abitanti e 0,9 per il privato. Indice che sale a 1 nella Campania di Vincenzo de Luca e a 2,1 per il pubblico.

Ecco smontato con delle semplici cifre, il teorema del candidato di Pd e M5S alla presidenza della Regione Pierfrancesco Majorino che continua a sostenere come «in questi anni nella Regione Lombardia si è pensato di fare accordi con la sanità privata indebolendo la sanità pubblica», ricordando che il nostro Paese investe molto meno dei grandi Paesi europei in sanità.

Quanto alle liste d'attesa, altro tema spinoso, Fontana ammette che «abbiamo accumulato un po' di ritardi nelle prestazioni ma con il progetto dell'assessore Guido Bertolaso stiamo recuperando molto», tanto che «sono già stati richiamati 40mila cittadini» per anticipare prestazioni sanitarie con appuntamento fuori soglia.

Interrogato sul tema molto complesso del caro affitti, che riguarda però il libero mercato, il governatore ha osservato come «la situazione inizia a essere un po' anomala» ma «stiamo cercando di affrontare questa situazione mettendo a disposizione più immobili». Cita il «Piano casa popolare da un miliardo e mezzo con il quale cercheremo di ristrutturare e costruire nuovi immobili». Inoltre «abbiamo messo a disposizione fondi per realizzare housing sociale rivolto a quella fascia di persone che possono beneficiare dell'edilizia popolare, perché non in grado di rivolgersi al mercato libero». Fontana ha ricordato i molteplici progetti delle università come Brera, Politecnico, Conservatorio che, grazie anche ai contributi regionali, stanno realizzando residenze per studenti. «È chiaro che immettere sul mercato un'offerta maggiore, potrebbe contribuire ad abbassare un po' le richieste» spiega.

Sulle accuse delle opposizioni di centrosinistra di una mala gestione delle case di edilizia popolare da parte della Giunta - «quei 15mila appartamenti vuoti di proprietà regionale, con migliaia di persone senza casa, sono la dimostrazione che la destra ha fallito» -, Fontana ha risposto: «Il nodo delle case sfitte coinvolge tutti: a Milano il 60% delle case non affittate è proprietà di Aler e il 40% è del Comune di Milano. Purtroppo per fare scorrere le graduatorie si seguono procedure che portano a metterci un po' di tempo. Abbiamo già dato delle accelerazioni - ha aggiunto -, abbiamo modificato la procedura, che una volta era tutta nelle mani dei Comuni.

Credo che questa nuova procedura dovrebbe consentire la riassegnazione quasi immediata», ha concluso Fontana. Non solo «in cinque anni non abbiamo aumentato una tassa, anzi abbiamo lavorato per ridurle e per costare sempre meno ai cittadini lombardi» ricorda il governatore.

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