La Santa Ganassa in San Cristoforo; la Sacra Fascia della Beata Vergine in San Marco o il calco della mano destra di Toscanini al Museo della Scala: Milano è una delle città italiane a più alta concentrazione di reliquie sacre e profane. Processioni, traslazioni, benedizioni, suppliche nei momenti di pestilenza o di guerra: fu questo limportante compito svolto dai resti sacri, sempre custoditi in speciali teche accompagnate, secondo le disposizioni del Concilio di Trento (15451563) dalla certificazione del vescovo.
Molti conoscono la leggenda di SantElena, madre di Costantino, che a Gerusalemme trovò i chiodi della Crocifissione, uno dei quali giunse dopo varie peripezie a Milano dove è tuttora custodito in Duomo. E molti sanno che nel 326, linstancabile Elena ritrovò sempre in Terra Santa i resti dei Magi, giunti poi a Milano al seguito del vescovo Eustorgio e, nel 1164, sottratti alla città lombarda dal Barbarossa che li portò a Colonia nella chiesa di San Pietro. Solo nel 1904 Milano riuscì a riavere alcuni frammenti ossei delle spoglie dei Magi (due fibule, una tibia e una vertebra) che furono riposti in SantEustorgio.
Ma non tutti conoscono la leggenda della Santa Ganassa che circonda in unaura di mistero la chiesetta di San Cristoforo sul Naviglio Grande. Nel Quattrocento alcuni notabili si riunirono in una confraternita detta dei 12 Nobili con compiti caritatevoli e assistenziali, compreso quello di vegliare sulle reliquie della chiesetta di San Cristoforo, custodite in una nicchia sul muro del campanile, a sinistra dellaltare della Madonna. Leggenda vuole che siano conservati frammenti della Croce, del sepolcro di Gesù, della colonna della flagellazione, una Sacra Spina e la smisurata Santa Ganassa di San Cristoforo, uomo di proporzioni fisiche eccezionali, secondo la voce popolare, prodigiosa dispensatrice di virtù taumaturgiche. Il dono di un enorme dente molare del santo, offerto da alcuni pellegrini il 18 novembre 1400, ne accrebbe la fama: corrispondeva perfettamente alla mascella.
Invece un manoscritto del 1708, conservato a San Marco, narra la storia della Sacra Fascia della Beata Vergine. Fu Pietro Guicciardi, dellOrdine degli Umiliati, a trovare nel 1234 presso il Santo Sepolcro la fascia con cui Maria, come narra una leggenda, avvolse Gesù durante la fuga in Egitto. La pagò 10 monete doro e la consegnò nel 1237 al preposto Guglielmo Lojola. Così la reliquia arrivò al monastero degli Umiliati che si trovava a Brera. Ma nel 1773 la chiesa di Brera venne incorporata nellomonimo edificio, e la reliquia passò in San Marco dove è ancora custodita. È un indumento violaceo molto sbiadito con una croce ricamata in oro al centro. Loggetto fu venerato da molti personaggi tra cui Ferdinando IV dUngheria e la regina Margherita dAustria. E oggi? «Negli ultimi 30 anni dice don Giovanni Mercandalli, già parroco di San Marco e oggi residente in SantAmbrogio con incarichi pastorali è stata esposta pochissime volte».
Sempre in San Marco si trova un altro oggetto, che in passato fu al centro di grande devozione, un crocifisso ligneo fabbricato in Svizzera che risale al Seicento e che, si dice, iniziò a elargire miracoli nel 1675 nella chiesa delle Cappuccine di Santa Prassede, a Porta Tosa. La sua storia è scritta nellarchivio della Curia arcivescovile. I fedeli le attribuirono da subito poteri miracolosi malgrado il disappunto delle religiose che presentarono il sorgere di questa devozione come totalmente spontanea. Ciò malgrado, la popolarità della croce miracolosa di Santa Prassede cavalcò tutto il Settecento e linizio dellOttocento e conquistò anche i ceti dominanti e le autorità cittadine.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.