La galleria Antonio Colombo di via Solferino, da sempre focalizzata su una figurazione preferibilmente di estrazione pop, ci regala una chicca e un rimpianto. La chicca è la mostra «Santi e Briganti» dedicata a Matteo Guarnaccia, figura eccentrica e di indiscutibile spessore, sempre in bilico tra arte, illustrazione ed editoria, uno sguardo acuto ed esperto sulla semiologia dei gloriosi anni Sessanta. Il rimpianto è nel ricordo di un autore da poco scomparso all'età di 67 anni, indimenticabile nella curiosità intellettuale e nel look bohemienne disegnato da camicie a fiori in stile hippie e l'immancabile basco calato sulla zazzera argentea.
«Santi e Briganti» è il titolo della mostra ma anche di un libro d'arte pubblicato da ShaKe Edizioni e presentato in galleria nei giorni scorsi, un campionario di oltre cento ritratti originali di personaggi iconici come Vivienne Westwood, Ipazia, John Lennon, Bob Dylan, John Cage, Picasso e Duchamp. Figure legate dall'aura pop ma soprattutto contrassegnate da uno spirito ribelle, quello stesso spirito rock di cui era impregnata la storica beat generation raccontata dagli scritti di Kerouac e disegnata dal poliedrico Guarnaccia. I ritratti, come tutte le opere dell'autore, sono un melting pot di colori, narrazioni on the road e inni alla vita, un vero e proprio horror vacui che ha segnato il suo immaginario. «Per me - disse - la creatività è un dovere biologico. Sono un grande curioso, e per decenni mi sono occupato, e mi occupo, di portare a termine le mie curiosità attraverso la pittura, i disegni, i collage, la scrittura e le azioni... Ho disegnato, disegnato... scritto tutto quello che mi ha attraversato. L'arte è luce e nutrimento... L'amore è la più alta forma di consapevolezza...».
I disegni contenuti nel volume pubblicato da Shake Edizioni sono accompagnati da altrettanti pensieri dell'autore e dei protagonisti con schede a loro dedicate, oltre a numerose pagine che ripercorrono la straordinaria vita artistica di Guarnaccia.
Colombo, che da lungo tempo ne insegue la poetica, lo definisce «un grande innovatore, uno studioso colto, sincero e positivo, che ha sempre avuto uno sguardo acuto sul mondo, disegnando un meraviglioso e possibile mondo, elaborato con ironia, verità e bellezza, un Bosch contemporaneo, omo del Rinascimento dai lussureggianti mondi tribali... ma anche un fantastico narratore».
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