Santoro-Travaglio: soccorso rosso per Fini E il pm Ingroia chiede le dimissioni del premier

Nuova puntata del tribunale di "Annozero": la premiata ditta antiberlusconiana elogia il presidente della Camera. Santoro spara contro Feltri. Il giudice Ingroia chiede in diretta le dimissioni del premier

Santoro-Travaglio: soccorso rosso per Fini
 
E il pm Ingroia chiede le dimissioni del premier

Ci sono la crisi economica, le fabbriche in affanno, le difficoltà politiche, l’assalto della magistratura a Silvio Berlusconi, Gianfranco Fini che semina mine nel centrodestra, le fibrillazioni parlamentari ufficializzate dal presidente del Senato e ratificate dal presidente della Repubblica. C’è di tutto e di più nell’autunno di questa Italia. E Michele Santoro con chi se la prende? Con il Giornale. Inventore di complotti e creatore di litigi. Fomentatore di odi e contrapposizioni. Ieri sera Santoro ha rispolverato la maschera del cattivo. A cominciare dal titolo della puntata di Annozero, «Complotti e porcate».

Il capello santoriano è virato dal biondo sbarazzino al brizzolato serioso, autorevole, censore, tribunalizio. Il tono è perentorio, il gesticolare nervoso. Se in Italia le cose vanno sempre peggio, di chi è la colpa? Santoro mette in bocca la risposta al suo nuovo politico di riferimento dopo Antonio Di Pietro, cioè Gianfranco Fini. E la risposta è: Vittorio Feltri. Un direttore «indipendente dalla sua volontà», come il presidente della Camera ha detto in tv a Fabio Fazio. Annozero, zelante, ritrasmette. Un soccorso rosso con i fiocchi servito da Santoro e Travaglio all’ex leader di Alleanza nazionale.

In diretta va in onda il processo in contumacia al direttore del Giornale, che ha rifiutato l’invito a partecipare alla trasmissione offrendosi come vittima sacrificale. L’obiettivo dell’ex europarlamentare della sinistra europea è uno solo, espresso con mirabile sintesi da Antonino Ingroia, pm antimafia di Palermo. «Che cosa ha fatto Kohl in Germania quando fu indagato?», chiede il magistrato. Domanda retorica. Kohl, uno dei padri della nuova Europa, l’artefice della riunificazione tedesca, «si è dimesso». È sparito dalla circolazione. E che cosa dovrebbe fare Berlusconi? Risposta altrettanto scontata: togliere il disturbo. Questo è l’obiettivo delle indagini di Palermo. «Ingroia appartiene evidentemente a quel ristretto numero di magistrati che ritengono che il loro impegno nella giurisdizione e l’azione politica sono le due facce della stessa medaglia», ha dichiarato in una nota il capo dei deputati Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Non a caso i magistrati che seguono questa linea ricercano anche il massimo di esposizione mediatica, li vediamo in televisione a esprimere con il massimo di intensità possibile questa doppia militanza».

«Chi è l’anti-Fini per eccellenza? Il teorico del complotto contro Berlusconi? Chi abbiamo invitato e poi si è negato?». Annozero di ieri sera è stata la puntata delle domande retoriche. «Quando Vittorio Feltri si toglie i guantoni da boxe e fa come un qualunque politico che prima non viene e poi si lamenta, mi fa tanta tenerezza», si lagna Santoro. In apertura di trasmissione lancia uno sketch sull’avvocato Nicolò Ghedini, che così assurge nell’esclusivo Olimpo dei bersagliati dalla satira di Raitre. Obiettivo di Annozero dovrebbe essere quello di spiegare meglio che cosa stia succedendo nella battaglia politica di queste settimane. In realtà è una passerella per Gianfranco Fini, nuova icona della sinistra, apprezzato perfino da Rosy Bindi. Fini viene servito in tutte le salse: intervistato da Lucia Annunziata dove accenna al «fallimento del Pdl», mentre chiacchiera con Fabio Fazio e accusa Feltri di «sparare a palle incatenate nell’accampamento amico» e comunque «quello che scrive mi lascia del tutto indifferente». Strano, allora, che se la prendano così tanto.

Il senatore pdl Gaetano Quagliariello protesta contro le «ricostruzioni romanzesche». Dall’altra parte dello studio Flavia Perina, deputato pdl e direttrice del Secolo d'Italia, sembra addirittura più agguerrita della Bindi, che pure sproloquia non più di «leggi ad personam», ma di «legislatura ad personam». Ma il premio della chiarezza va comunque a Ingroia. Interventi brevi e incisivi.

L’obiettivo è uno solo: le dimissioni di Berlusconi. «Tutto viene scaricato sulle spalle del processo penale. Sullo sfondo resta il circuito della responsabilità politica. Occorre che la politica faccia un passo avanti». Anzi, uno indietro. Nell’abisso delle dimissioni.

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