Sardegna, ragazzino muore in mare a ucciderlo il veleno di una razza

Stava facendo il bagno. È affiorato privo di sensi e ferito

da Sassari

L’ha ucciso una coda di razza. Choc anafilattico per colpa di quel veleno che l’ha colpito quando il pesce l’ha sfiorato. È morto per caso Michele, un ragazzino di 14 anni di Genova. Stava facendo il bagno con altri due bambini vicino allo yacht sul quale stava trascorrendo la giornata, quando i marinai hanno notato che perdeva sangue: aveva una ferita di un centimetro e mezzo nella pancia, subito medicata, ma le sue condizioni sono peggiorate in pochi minuti. Effettuate immersioni per cercare un’arma, non trovata. Per tutta la giornata s’è rincorso il giallo, alimentato dalle ricerche vane di un’arma o fiocina o oggetto acuminato tale da causare quel tipo di ferita (dritta, liscia e priva di abrasioni) che è stata riscontrata nell'addome del giovane turista.
Fra gli inquirenti si è allora fatta strada anche l’ipotesi che a cagionare il piccolo taglio potesse essere stata la coda di una razza. È l’ipotesi più probabile, praticamente sicura. Una certezza si potrà, tuttavia, avere solo dopo l’autopsia che è stata disposta per oggi dal procuratore della Repubblica di Tempio Pausania, Valerio Cicalò. Sarà, quindi, il medico legale a dare una certezza o meno all’ipotesi di una «sciabolata» causata dal pesce, si cercheranno tracce di veleno o elementi che possano avvalorare questo tipo di ferimento che ha portato rapidamente al decesso il ragazzo. Ieri pomeriggio Michele stava facendo un bagno di fronte alla spiaggia di Liscia Ruia, si era allontanato col tender dello yacht per fare un bagno a meno di 100 metri dalla spiaggia. Con lui vi erano anche altri due bambini più piccoli che sono stati sentiti per ricostruire il fatto. Da Liscia Ruia lo yacht si è diretto verso l’approdo più vicino, quello del Cala di Volpe. Tempestivo l’intervento del 118 il cui personale ha cercato, ma inutilmente, di rianimarlo con l’utilizzo anche del defibrillatore.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Porto Cervo e di Olbia. I militari hanno raggiunto subito lo yacht e grazie alla collaborazione del personale della Capitaneria di porto. Gli uomini dell’Arma e le guardie costiere si sono immerse per cercare tracce utili.

Gli inquirenti, poi, sono arrivati alla conclusione: potrebbe trattarsi di una morte causata da una razza perché nella zona questi pesci velenosi hanno già colpito altre volte. Mai, fino a ieri, però, le loro ferite avevano provocato la morte di qualcuno.

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