Sarkozy seduce Roma «Unione mediterranea ma senza la Turchia»

Bagno di folla per il presidente francese, che propone un asse con Spagna e Italia

da Roma

Stanco, leggermente claudicante e scanzonato. Ma seducente. Ai romani Sarkozy è piaciuto: per strada, al ristorante, nelle immagini tv. Un po’ guascone, certo; come quando al termine dell’incontro con Napolitano, davanti alle telecamere, ascolta l’intervento del presidente italiano e lo applaude da solo guardandosi intorno stupito che nessuno lo segua. Ma la sua delegazione attende la traduzione, che invece Sarkò snobba con un compiaciuto, ma non si sa quanto sincero, «j’ai compris». Di certo Napolitano è a suo agio con il francese più di quanto il capo dell’Eliseo lo sia con la nostra lingua e infatti i due capi di Stato dialogano nella lingua di Stendhal e di Molière. Poi in serata ricambia l’abbraccio di Prodi con un buffetto sulla nuca e passa in rassegna il picchetto d’onore, chiaramente svagato, mostrando una postura poco presidenziale. C’è chi sussurra: da uomo innamorato. Naturalmente di Carla Bruni. Ma Super Nicolas è fatto così, istintivo e spettacolare; più Berlusconi che Chirac.
Difficile dire se lascia Roma con i risultati voluti. Certo l’incontro con Benedetto XVI è andato benissimo, ma sulle questioni politiche il presidente francese incassa annunci roboanti, la cui sostanza, però, è tutta da verificare. Sul rapporto con l’Africa ad esempio. In serata il premier Zapatero si è unito a Prodi e a Sarkò, che spinge per il varo di un’Unione del Mediterraneo, osteggiata invece da Italia e Spagna. In conferenza stampa, il nostro presidente del Consiglio annuncia, con molta enfasi, l’avvio proprio di «un’Unione del Mediterraneo». Vince Parigi, dunque? Non proprio, perché sia Prodi sia Zapatero precisano che l’iniziativa «nasce da tre Paesi europeisti, nasce dall’Unione europea e serve all’Unione europea» e che rappresenta «un progetto delineato già in passato, ma mai attuato perché nessuno con vigore lo ha spinto in avanti». Insomma non si tratta di creare una struttura nuova, ma di dare impulso a idee già approvate in sede comunitaria ma mai applicate con convinzione.
Ma in concreto che cosa accadrà? Ben poco. Il documento firmato ieri sancisce «le basi per un partenariato alla pari tra i Paesi del bacino», mentre Sarkozy annuncia che «l’appello di Roma si concretizzerà con un vertice di capi di Stato e di governo a Parigi il 13 luglio, alla vigilia del Consiglio europeo del 14». Insomma, vedremo.
Il presidente francese risulta ben più incisivo in un’intervista alle testate vaticane, durante la quale reitera con forza il suo no alla Turchia, che «non fa parte dell’Europa, è una realtà geografica che sta in Asia minore». Riconosce che «servono legami stretti fra Ankara e l’Europa, ma benché faccia parte dell’Unione mediterranea, non significa che questo Paese debba essere ammesso nella Ue».
Clima idilliaco al Quirinale. «È un incontro a cui mi predisponevo dal giorno della sua elezione all’Eliseo», dichiara Napolitano, che elogia l’omologo parigino per «aver dato un forte impulso al superamento dello stallo europeo e al rilancio del progetto per l’Ue». Il capo dello Stato francese incassa e ringrazia, ma tace su altri dossier importanti, come Alitalia o le questioni energetiche.

Certo ricorderà il pranzo «al Bolognese» e, soprattutto, il bagno di folla, fuori programma, nel centro cittadino, in cui ha esternato il suo «amore per l’Italia, un Paese amico e simpatico», ampiamente ricambiato dai romani, in estasi.

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